“Così aiutiamo nostro figlio 15enne diventare una ragazza” è titolo di un articolo comparso qualche giorno fa sul Corriere della Sera. Racconta l’odissea di due genitori, Massimo e Rita, davanti alla confessione del figlio tredicenne che quando aveva otto anni si sente una ragazza nel corpo di un ragazzo. «Non ce la faccio più», scrive il ragazzo, «a sognare ogni notte al femminile e poi a svegliarmi non essendolo». Ecco fino dove può arrivare l’ideologia di genere.
Non amo commentare vicende che non mi riguardano, soprattutto quando non conosco bene le persone coinvolte e sono delicate come questa. Ci sono però altre osservazioni che si possono fare a proposito di questo articolo. Partiamo dal titolo, e chiediamoci: davvero è possibile che un ragazzo diventi una ragazza? No, non è possibile. Il nostro sesso è determinato fin dal momento del concepimento: se il papà lascia il cromosoma Y siamo maschi, altrimenti siamo femmine, che ci piaccia o no. Non importa se ci sono due cromosomi Y, o un cromosoma Y e due X: se c'è il cromosoma Y siamo maschi, punto. E non è questione di organi genitali: siamo maschi o femmine in tutto il nostro corpo, perché ogni cellula del nostro corpo ha quel benedetto cromosoma. Possiamo mutilarci, possiamo aggiungerci appendici siliconiche in ogni parte del corpo, depilarci, limarci la mascella e sottoporci a qualsiasi altra tortura, ma resteremo maschi. Senza genitali, magari, con protesi sul petto, ma sempre maschi. Quindi non è possibile che questo ragazzo diventi una ragazza. Qualcuno ha mentito ai genitori e a lui. Ma ovviamente le conseguenze del loro progetto saranno tutte esclusivamente di questa famiglia, nessuno le dividerà con loro. Quali conseguenze? Consiglio di leggere il libro di Walt Heyer (ex transessuale) intitolato Paper genders. Il mito del cambiamento di sesso (Sugarco 2013) per averne una idea; oppure la vicenda di Nancy Verhelst (clicca qui); o anche la (definitiva) opinione del dottor McHug (clicca qui)
Passiamo ora ad una seconda questione. Questo ragazzo (“Irene”) verrà sottoposto a trattamenti molto violenti perché afferma di essere una ragazza in un corpo di un ragazzo. Ok, fermiamoci un istante. Irene ha i genitali maschili e una conformazione fisica maschile; quindi, alla vista, appare un maschio. La medicina afferma che è un maschio. Ma afferma di essere una ragazza in un corpo di ragazzo. Può dimostrare di avere un'anima femminile? No. C'è modo di vedere quale sia il sesso della sua anima? No. Immaginiamo (mi è accaduto realmente) che incontri un uomo che afferma di avere un'anima angelica in un corpo umano. Nessuno può vederlo, ma egli è un arcangelo imprigionato in un corpo umano. Cosa penseremmo? Gli crederemmo? Prenderemmo seriamente le sue parole, al punto da impiantargli un paio d'ali? Il suo dramma finirebbe sul blog del Corriere della Sera? Eppure egli afferma le stesse cose che afferma “Irene”, con la differenza che “Irene” è un ragazzino, mentre l'altro un uomo adulto, che lavora ed è inserito in parrocchia. Dunque: perché “Irene” sarà sottoposta a quei trattamenti?
Semplice: a causa dell'ideologia di genere. É l'ideologia di genere che ci fa credere una cosa assurda, cioè che sia possibile “cambiare sesso”. Si chiama ideologia proprio per questo. È l'ideologia di genere che ci fa credere che un ragazzino di quindici anni sia qualcosa di diverso da quello che tutti possono vedere (e la scienza può dimostrare). È l'ideologia di genere che mette queste storie sul blog del principale quotidiano nazionale. È a causa dell'ideologia di genere che “Irene” verrà sottoposta a trattamenti degni del dottor Mengele. Tra l'altro: non ci hanno insegnato ad inorridire e a sdegnarci quando leggiamo che nel secolo scorso dei luminari della medicina sottoponevano le persone con tendenze omosessuali a trattamenti ormonali? Nel loro caso è una tortura, nel caso di un ragazzino quindicenne è una bella cosa? Sarebbe più facile credere a Michael Jackson rapito dagli alieni, piuttosto che ad un ragazzino il quale dice di essere una cosa diversa da quello che tutti vedono, non può dimostrarlo, ma tutti gli credono ugualmente.
Sembra un incubo, vero? Ma come è possibile? Non dimentichiamo l'alleato più forte dell'ideologia di genere, l'alleato migliore di qualsiasi ideologia: il conformismo. Nel 1956 lo psicologo Solomon Asch condusse un celebre esperimento. Il protocollo prevedeva che si radunassero in una stanza 8 soggetti, dei quali 7 erano complici dello sperimentatore. Al gruppo veniva mostrato un cartoncino con tre linee di altezza decrescente, accanto ad una linea solitaria alta quanto la prima delle tre linee. Veniva loro chiesto di indicare quale linea del gruppo di tre avesse una lunghezza uguale a quella solitaria. I sette complici rispondevano sempre in maniera errata; così come il vero soggetto, che rispondeva (quasi) sempre adeguandosi al gruppo. Oggi tutti credono ad un angelo senza ali per adeguarsi ai complici dello sperimentatore. “Irene” non è l'unica vittima dell'ideologia di genere; lo è anche la nostra intelligenza, la nostra dignità, e il destino della nostra società.
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