È già bufera
sul test fai-da-te che svela se il bimbo è Down - Da metà agosto l'esame
prenatale sarà disponibile in Svizzera, Austria e Germania. Ma esplode la
polemica: "Favorisce l'eugenetica" - Enza Cusmai - Mar, 31/07/2012 - http://www.ilgiornale.it
In Svizzera la corsa alle prenotazioni è già iniziata.
Tutti lo vogliono, medici e pazienti. Per forza. Con mille e duecento euro (o
mille e cinquecento franchi) si può capire se il figlio che hai in pancia è
affetto dalla sindrome di Down dalla nona settimana di gravidanza con un
semplice prelievo del sangue. Niente snervanti attese, dunque, per le donne con
il pancione sopra i trentacinque.
Sono quelle più «mature», infatti, che corrono più
rischi (è la statistica a dircelo) ma l'esame diagnostico che ti passa anche la
mutua si chiama amniocentesi e si può fare solo alla sedicesima settimana. Cioè
quando nella pancia non hai un feto di qualche millimetro ma bambino con
braccia e gambe. E poi non è un esamino leggero. Ti infilano un ago nella
pancia e se il medico non è tanto bravo si corrono dei rischi. Dunque, chi non
baratterebbe l'amniocentesi con un prelievo del sangue appena ti dicono che sei
incinta per ottenere gli stessi risultati? Certo, c'è l'ostacolo del prezzo.
Quei mille e duecento euro non tutti se li possono permettere. E ne passerà di
tempo prima che l'esame possa essere gratuito.
Ma il suo costo, attualmente, corrisponde a quello di
un'amniocentesi effettuata in uno studio privato. E dunque tanto vale farsi
mandare dalla Svizzera questo test attraverso il proprio ginecologo (o anche
direttamente) e il gioco è fatto: niente più trepidanti attese e scelta
consapevole se tenere o meno un figlio affetto da una grave patologia. Chi è
interessato non deve più aspettare. Il test pre natale da metà agosto sarà
commercializzato in Svizzera, ma anche in Austria e Germania. Per l'esattezza
si chiama PrenaTest ed è stato lanciato dall'azienda tedesca LifeCodexx, che è
stata ostacolata prima di questo debutto in società. A giugno, infatti, un
giudice tedesco ne aveva bloccato la distribuzione, affermando che si trattava
di una «retata contro i bambini down». Dopo una nuova procedura di
approvazione, il test è ora pronto a entrare in commercio al costo di 1500
franchi svizzeri (1200 euro circa) e le richieste sembrano così tante che
l'azienda pensa di aprire un call center. Esagerazioni? Forse. Ma non si fatica
a credere a un eccesso di domanda visto che con poche gocce di sangue si può
ottenere il sequenziamento del genoma del nascituro presente nel sangue della
mamma senza procedure invasive e pericolose. Ma molti non sanno che anche in
Italia il test si effettua senza troppa pubblicità. Privatamente, ovvio, in
alcuni (ancora pochi) centri specializzati. Uno lo abbiamo scoperto, si chiama
«Genoma» ed è diretto dal biologo Francesco Fiorentino. Che commenta
positivamente la diffusione a livello clinico del test. «Negli Stati Uniti si
usa da circa otto mesi e offre ottimi risultati. È affidabile al 99,9%. Inoltre
permette di individuare ben 5 gravi patologie alla nona settimana di
gestazione. È sicuramente il futuro, ormai presente, della diagnostica
prenatale». Ma in Italia si può fare? «Certo, ma sono pochi i centri che se lo
possono permettere perché serve una strumentazione particolare, la next
generation sequencing, capace di estrarre il dna fetale da un campione di
sangue dalla madre».
E mentre sulle analisi selettive la scienza galoppa,
la gente litiga. La Federazione Internazionale delle organizzazioni della
Sindome di Down, per esempio, si è rivolta alla Corte europea dei diritti
dell'uomo per «riconoscere e proteggere il diritto alla vita delle persone con
la sindrome di Down». Altre associazioni di pazienti, invece, sostengono che
test di questo genere «favoriscono l'eugenetica». Ma c'è anche chi avrebbe
voluto sottoporsi a questo esame a tutti i costi. Come quella donna lituana che
ha denunciato agli stessi giudici europei il proprio medico dopo la nascita di
un figlio con la Sindrome per non averle offerto lo screening prenatale.
Non è esatto dire che si possa fare il prenatest facendoselo mandare dai paesi in cui il test è disponibile:il solo modo per le pazienti che desiderano accedervi è recarsi in svizzera,germania ed austria o liechtestein con una documentazione medica che le certifichi come "soggetti a rischio di patologia cromosomica fetale".Una violazione di tale procedura prevede una sanzione economica non indifferente .Quello che comunque è auspicabile che il test sia diffuso e regolamentato in tutti i paesi europei:la pratica della amniocentesi ha i giorni se non le ore contate.
RispondiEliminaProf franco Borruto
G.le Professore, giusto un commento a un'inesattezza che ha scritto (ho fatto il Prenatest a Lugano, al ProcreaLab, il 20-02-2013): non e' necessaria nessuna attestazione di 'rischio", e' necessario solo ed esclusivamente un certificato semplice del ginecologo, che attesti che la settimana di gravidanza e' almeno l'11ma. Nient'altro. Viene fatto firmare un Consenso Informato, si fa un colloquio di 10 minuti con la biologa (genetista) e poi si fa un indolore prelievo di sangue (infermiera bravissima). Il risultato e' arrivato oggi (6-03-2013) ed e' negativo, infatti corissponde a quel che ha gia' detto il medico alla ecografia morfologica di II livello in 3D. LO CONSIGLIO A TUTTE... piuttosto che rischiare di abortire il bambino come con l'amnio.
RispondiEliminaGENTILE SIGNORA
RispondiEliminaio non ho scritto inesattezze mi sono limitato ad enunciare le raccomandazioni che le società scientifiche mondiali raccomandono pur tuttavia Le è nota la mia posizione assolutamente favorevole a questo tipo di indagine
la sua testimonianza è importante e merita ampia diffusione cosifacendo aiuterà noi e soprattutto le donne nella sua condizione che meritano di usufruire dei vantaggi e dei progressi che la medicina offre
Prof franco Borruto