Scorrendo le schede predisposte dal Servizio Lgbt del Comune di Torino non si sa bene se ridere o piangere. Ovviamente si tratta di un lavoro che vuole aiutare i docenti a predisporre «attività formative a contrasto del bullismo omo/transfobico, sia rivolte alle/agli insegnanti sia a studentesse e studenti dei diversi gradi di istruzione». Sull’intento in sé, nulla da dire. Ma addentrandosi poi nei contenuti delle schede e dei “percorsi di lavoro” non si può non rimanere perplessi (eufemismo) dalla banalità e sciatteria con cui questi sono proposti. Mettendo un attimo da parte i propri giudici estetici su
schede presentate in word
fotine scaricate da internet per farci sapere che Michelangelo era gay e Greta Garbo lesbica
citazioni da wikipedia
non si può non rimanere basiti di fronte ad altre, e ben più gravi, affermazioni su alcuni casi di omofobia, il progetto di legge Scalfarotto, Gesù e san Paolo.
Andiamo con ordine.
1) Tra gli esempi di omofobia è citato il caso di Andrea, il ragazzino romano suicida perché, si disse allora, omosessuale e per questo dileggiato dai compagni. Come testo su cui riflettere si propone la lettura di un articolo di Michela Marzano, apparso su Repubblica il 23 novembre 2012. Un articolo intriso di luoghi comuni, che vuole farci credere che «uomo o donna non si nasce, ma si diventa». Ora, a parte il fatto che, già ai tempi del triste avvenimento, due lettere dei compagni e dei docenti dell’istituto avevano sconfessato le ricostruzioni di Repubblica, è notizia di qualche giorno fa che il suicidio del ragazzo dai pantaloni rosa «non era omofobia». Sappiano dunque al Comune di Torino che è ora di aggiornare la scheda, magari proponendo ai ragazzi una riflessione sul fatto che la stessa Repubblica ha confinato la recente notizia a pagina 20. In un boxino minuscolo. A fondo pagina.
2) Nella scheda in cui si tratta il tema “Le leggi contro l’omofobia e la transfobia” si propone la lettura di due testi. Uno è intitolato “La posizione dell’Unione Europea. Lotta all’omofobia: il rapporto dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali, testo di Paolo Enrico Giacalone”. Inizia così: «L’Unione Europea rappresenta, ormai da anni, un punto saldo nella lotta contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere all’interno dell’Europa e nel mondo». Segue bla bla bla. L’altro è “La posizione di Alleanza Cattolica. Dal Manifesto di Alleanza Cattolica Unioni di fatto e omofobia: cinque punti fermi”. Le conclusioni le lasciamo all’intelligenza del lettore.
3) Il vero capolavoro è la scheda “L’omosessualità nella Bibbia: il Nuovo testamento”. Con essa il Servizio Lgbt del Comune di Torino esce dalle anguste strettoie delle pari opportunità per approdare negli sconfinati campi dell’esegesi neotestamentaria. Dapprima si cita il Vangelo in cui Gesù, parlando del ripudio matrimoniale, spiega ai discepoli che la legge mosaica è stata adottata per la «durezza dei loro cuori». La scheda propone osservazioni e domande sibilline: «Non vi sono nei Vangeli brani riferiti all’omosessualità. In questo testo, che cosa stabilisce Gesù sul matrimonio?». «Quello che dice, è conforme alle prescrizioni dell’Antico Testamento?». «I cristiani devono considerare tutto ciò che è scritto nell’Antico Testamento come norma valida anche per loro?».
Quindi si riporta la Lettera di San Paolo in cui si condannano i rapporti contro natura e i sodomiti. Ecco di nuovo le domande: «Nelle lettere di Paolo di Tarso, come viene considerata l’omosessualità?»; «La condanna cristiana dell’omosessualità è quindi contenuta nel messaggio di Gesù o nelle parole di coloro che lo diffusero?». Chiaro no? Gesù non era omofobo, San Paolo sì. Cari cattolici, adesso che lo sapete, insegnatelo pure a catechismo.
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