mercoledì 29 agosto 2012


Fioroni: "Attenti alla deriva eugenetica la vita non è un supermercato" - Intervista a Beppe Fioroni di Alberto Custodero - La Repubblica - di Giuseppe Fioroni,  pubblicato il 29 agosto 2012 http://www.partitodemocratico.it

«È appena il caso di ricordare che la legge 194 non sostiene da nessuna parte che sia consentito l'aborto del feto perché malato». Giuseppe Fioroni, leader cattolico del Pd - in attesa di conoscere le motivazioni, e senza entrare nel merito del ricorso-interviene sulla questione della compatibilità tra legge 40 e legge 194 sollevata dalla Corte di Strasburgo.

Fioroni, dovevamo aspettare l'Europa per consentire anche a chi è fertile l'accesso alla diagnosi preimpianto?

«Le linee guida del ministro Turco durante il governo Prodi avevano già introdotto l'utilizzo della tecnologia preimpianto, ma solo per finalità diagnostiche e terapeutiche sull'embrione stesso. Avevano escluso quelle tecnologie, invece, per i fmi " osservazionali", ovvero per quella forma di diagnosi che può portare a dire ai genitori: "Come lo volete il figlio, alto, occhi azzurri...?"».

Dopo la sentenza di Strasburgo, voterebbe ancora la legge 40?

«Sono sempre possibili miglioramenti normativi, come quelli fatti da Livia Turco. Ma i valori guida della legge erano validi ieri. E sono validi oggi».

Quali sono?

«La legge 40, emanata per garantire alle coppie sterili di poter ottenere una gravidanza, ha due obiettivi. Da una parte tutela il diritto dei genitori ad avere un figlio, e il soggetto debole, il nascituro, ad avere un solo padre o una sola madre (e questo fu il motivo per il "no" alla fecondazione eterologa). L'altro caposaldo era evitare che la fecondazione artificiale aprisse la strada a una selezione eugenetica in forza della quale il genitore sceglie il figlio che vuole e sopprime quello che non gli piace».

C'è però il problema sollevato da Strasburgo sulla compatibilità tra legge 40 e 194.

«La 194 non è una legge "neroniana" o figlia della "rupe tarpea": non autorizza, infatti, la soppressione di feti malati, ma prevede che si possa consentire l'aborto quando la salute fisica e mentale della madre è messa a repentaglio. Da questo punto di vista le due leggi mantengono la stessa impostazione di fondo: non consentono la soppressione della vita perché malata. E chiudono le porte al "supermercato della vita", e ai rischi delle sue derive eugenetiche e razziste. Mostruosità di cui la storia è piena».

Fonte: La Repubblica

Nessun commento:

Posta un commento