mercoledì 19 settembre 2012


La mezza età? Inizia a 55 anni - Il confine è slittato: nel passato dopo i 35 molti si definivano nel periodo di mezzo. Gli anziani? Tali solo dopo i 70 - Eva Perasso - 18 settembre 2012 – http://www.corriere.it


MILANO – Secondo Doris Day, la mezza età è «la gioventù senza remore e la vecchiaia senza decadimento», ma l’attrice americana, che è passata ormai nell’era successiva della sua vita, non è la sola ad aver cercato di definire quel delicato momento di passaggio della vita verso uno stadio maturo. Tanto che negli anni le ricerche sui limiti della fantomatica età di mezzo si sono susseguite: ci hanno pensato scienziati, psicologi, scrittori a raccontare come il cervello sia migliore col passare degli anni, come si sia più felici, come si possa ancora lavorare tanto quanto in gioventù.
L’ETÀ GIUSTA – Ora ci si mette un nuovo sondaggio inglese a cercare di dare un limite temporale alla mezza età: mille adulti intervistati da un sito online (Love to learn) hanno dichiarato che l’era di mezzo delle loro vite inizierebbe in media a 54 anni e 347 giorni, dunque poco prima del 55esimo compleanno. Il tiro peraltro si sarebbe alzato verso l’alto: una delle ultime ricerche (americane) sul tema aveva decretato che la mezza età inizia a 35 anni, complice la crisi che, tra mille preoccupazioni, porta a invecchiare precocemente. Eppure gli inglesi non sembrano d’accordo, forti anche di una popolazione che raggruppa un maggior numero di abitanti sopra ai 65 anni rispetto agli under 16. Vi è anche una piccola minoranza (un intervistato su 5) che dichiara invece come la seconda fase della vita non inizi prima dei 60. Mentre quando si passa alla vecchiaia, o meglio all’età matura, lo stesso sondaggio rivela che questa fase inizi subito prima di soffiare le 70 candeline.

UNO STATO MENTALE – Se è vero che la mezza età e la sua eventuale e famosa crisi di identità sono solo uno stato mentale dai risvolti molto personali, tutti i ricercatori sono concordi nel collegare la maturità a maggiore consapevolezza e tranquillità. Nelle stesse interviste inglesi emerge come oltre la metà dei cinquantenni coinvolti si sentano «più fiduciosi, con un carico di esperienze maggiore, meno spaventati dal compiere eventuali errori», mentre solo due anni fa, mettendo insieme diversi studi e dati raccolti in tutto il mondo, l’Economist dava un numero all’agognato raggiungimento dell’età della felicità: 46 anni, dunque né troppo giovani, né troppo vecchi.

Nessun commento:

Posta un commento