Nessuna obiezione di coscienza nei consultori del Lazio. I medici che prestano servizio nelle strutture sanitarie della Regione non potranno rifiutarsi di prescrivere la pillola del giorno dopo alle donne che ne faranno richiesta, né di applicare la spirale, e saranno obbligati a compilare la certificazione che attesta la volontà di una donna di interrompere la gravidanza. Lo ha deciso il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che nella veste di commissario ad acta della sanità ha emesso un decreto che specifica come l'obiezione di coscienza riguarda solo quegli operatori che praticano l'interruzione volontaria di gravidanza vera e propria.
Il decreto U00152 'Rete per la Salute della Donna, della Coppia e del Bambino: ridefinizione e riordino delle funzioni e delle attività dei Consultori Familiari regionali' è una piccola-grande rivoluzione nelle politiche legate all'applicazione della legge 194. Ecco cosa c'è scritto: "In merito all'esercizio dell'obiezione di coscienza fra i medici ginecologi, che dati recenti pongono al 69,3% in Italia si ribadisce come questa riguardi l'attività degli operatori impegnati esclusivamente nel trattamento dell'interruzione volontaria di gravidanza, di seguito denominata Ivg. Al riguardo, si sottolinea che il personale operante nel Consultorio Familiare non è coinvolto direttamente nella effettuazione di tale pratica, bensì solo in attività di attestazione dello stato di gravidanza e certificazione attestante la richiesta inoltrata dalla donna di effettuare Ivg. Per analogo motivo, il personale operante nel Consultorio è tenuto - sottolinea Zingaretti nelle linee guida - alla prescrizione di contraccettivi ormonali, sia routinaria che in fase post-coitale, nonchè all'applicazione di sistemi contraccettivi meccanici, vedi Iud (Intra Uterine Devices)".
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