Il vero eroismo? Resistere all’egemonia omosex - 4 settembre, 2013 - http://www.uccronline.it/
«Io ho una coscienza e un cuore, non posso sposare due persone omosessuali. La Legge Taubira è illegittima, usurpa il termine matrimonio e io non posso applicarla, io e i miei sette consiglieri abbiamo preso questa decisione». Queste le parole del sindaco di Arcangues, Jean-Michel Colo.
Come lui migliaia (20 mila si dice) di altri sindaci francesi stanno invocando l’obiezione di coscienza per evitare il più possibile lo snaturamento di un’istituzione antropologica come il matrimonio come “società naturale”, fondamento dei nostri Stati. Questi sindaci, preoccupati del futuro del Paese, vengono perseguitati dal governo giacobino Hollande, il quale ha promesso tre anni di carcere e 45mila euro di multa a tutti i dissidenti.
Per questo si fanno chiamare “sindaci-refusnik“, usando il termine in voga negli anni Ottanta per descrivere i dissidenti dell’impero sovietico e dicono di «preferire la forca» piuttosto che essere complici di questa nuova ideologica violenza omologatrice. Una egemonia che però non è mossa da alcun ideale di cambiamento dato che il tanto agognato matrimonio omosessuale è risultato essere un flop in Francia, come aveva anticipato “Il Foglio” e come si è puntualmente verificato: pochissimi ne hanno approfittato, dimostrando che non esisteva e non esiste alcuna esigenza, men che mai discriminazione.
I militanti gay (militanti, non gli omosessuali tout court) si sono trasformati da perseguitati a persecutori, architettando campagne d’odio contro i dissidenti attraverso l’alleanza a quasi la totalità della stampa. Basta vedere la caccia alle streghe che l’Arcigay ha intentato contro il giovane italiano che è uscito dall’omosessualità grazie alla conversione cristiana, minacciando iniziative legali per impedire altri coming out politicamente scorretti come questo. Ritornano dunque i tempi in cui l’Arcigay voleva bloccare Sanremo per impedire a Povia di cantare la sua canzone “Luca era gay”. Intanto a Venezia per poco non sono state vietate le parole “padre” e “madre” per rispetto agli omosessuali, ma certamente ci riproveranno presto.
Il “Pew Research Center” ha infatti certificato tramite uno studio la militanza dei quotidiani per influenzare e orientare l’opinione pubblica, concludendo che tutti i mezzi di comunicazione principali sono a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Oggi i veri eroi sono coloro che, nonostante tutto, non desistono dal ribadire con coraggio la loro opinione, anche se questo vorrà dire venire multati o condannati al carcere grazie alle efficientissime leggi anti-omofobia. I veri eroi sono i Veilleurs, semplici ragazzi che stanno in piedi e in silenzio giorno e notte -ogni tanto cantano, leggono, pregano, studiano- nelle principali piazze della Francia, per protestare contro la legge sulle nozze gay e la discriminazione di chi la pensa in modo diverso. I quotidiani hanno ovviamente ignorato queste centinaia di ragazzi, ma nei social network le loro immagini stanno spopolando. Sono le “sentinelle della libertà” e il loro motto è la frase di Camus: «Piuttosto morire in piedi che vivere in ginocchio».
Qui sotto un video delle manifestazioni dei Veilleurs francesi
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