martedì 5 novembre 2013

Evoluzione -ismo: una definizione in tre punti


Per il Glossario di Bioetica, è il mutamento nei secoli delle forme viventi; nell'accezione darwiniana un mutamento delle forme di vita basato sulla competizione ma emerge oggi l'ipotesi di un'evoluzione basata sulla cooperazione

Roma, 29 Ottobre 2013 (Zenit.org) Carlo Bellieni | 143 hits

Evoluzione: mutamento nei secoli delle forme viventi; viene usato nell'accezione darwiniana per indicare un mutamento delle forme di vita basato sulla competizione, la lotta per il cibo e per la riproduzione; si dà ora spazio all'ipotesi di un'evoluzione basata sulla cooperazione e l'interazione degli individui e delle specie.


Realismo

In biologia, con il termine evoluzione, si intende il progressivo ed ininterrotto accumularsi di modificazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo sufficientemente ampio, significativi cambiamenti negli organismi viventi. Questo processo si basa sulla trasmissione del patrimonio genico di un individuo alla sua progenie e sull'interferenza in essa frapposta dalle mutazioni. Le mutazioni vennero studiate da Lamark ed interpretate come dovute all’influsso dell’ambiente; alcuni anni dopo Charles Darwin le interpretò come casuali e selezionate dall’ambiente. Attualmente la seconda versione è quella più generalmente accettata.

La ragione

Evoluzione: cosa dice alla nostra vita?La teoria dell’evoluzione, ipotesi utile e geniale, è ancor oggi una «teoria», non una «legge». La teoria di Darwin fa oggi i conti con le nuove scoperte della genetica, che mostrano l’importanza dell’influsso dell’ambiente sull’espressione del genoma, concetto opposto all’idea che il genoma è l’unico motore della vita e che la vita stessa dipende da mutazioni casuali e dalla violenza con cui queste mutazioni casuali si affermano per far trionfare il «più adatto».

Consideriamo anche che l’evoluzione spiega la differenza delle specie con il fatto che ad un certo punto l’ambiente cambia e sopravvive solo l’individuo che per una mutazione casuale ha le caratteristiche per non morire in presenza del nuovo ambiente; nascerebbe così una nuova specie; e per definizione le specie diverse (cani o gatti) tra loro non possono riprodursi. Se una giraffa improvvisamente acquisisce un collo lunghissimo perché le cambia il DNA e questo cambiamento è casuale, con chi si riprodurrà, dato che è impossibile che proprio nello stesso praticello avvenga l’unico altro cambiamento casuale dei DNA (sarebbe un caso di «provvidenziale casualità»)? Troverà intorno a sé solo giraffe che essendo non mutate sono di un’altra specie. Inoltre, se le mutazioni di DNA possono portare a far sopravvivere alcuni e morire tutti gli altri meno adatti, questo evidentemente vale solo per alcune mutazioni macroscopiche da cui dipende la vita o la morte; ma cosa dire per le mutazioni minime, quelle che fanno essere più o meno belli ma non aiutano la sopravvivenza? Come è possibile, usando solo l’assunto della sopravvivenza del più adatto, spiegare che nei secoli l’altezza umana è andata crescendo? Non credo certo dicendo che chi nasce 2 cm più alto degli altri ha migliori capacità di sopravvivere o di accoppiarsi. I dubbi sull’evoluzionismo non mettono in dubbio che il mondo muti, che esista un cambiamento delle specie e delle culture, che alcuni pesci scompaiano e che alcuni animali possano per vari motivi nei millenni aver acquisito dei piedi o ali. Ma mettono in dubbio che questo sia casuale.

Il sentimento

Bellissimo è un universo in movimento, in cui tutto collabora e mostra un coordinamento strabiliante. In cui convive l’infinitamente piccolo con l’infinitamente grande ed emerge un essere con la coscienza, che gli/le permette di guardare senza paura a questi due infiniti e a scoprire in sé un’affinità con questo infinito e una sete di abbracciarlo. 

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(29 Ottobre 2013) © Innovative Media Inc.

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