lunedì 4 novembre 2013

Savita morta per malasanità, non per il mancato aborto, 1 novembre, 2013, http://www.uccronline.it/



Savita Halappanavar

Esattamente un anno fa moriva di setticemia Savita Halappanavar, la trentunenne indiana residente in Irlanda, caso che ha fatto molto parlare i quotidiani principali di tutto il mondo subito dopo gli eventi e che oggi nessuno ha più coraggio di citare, ora che tali eventi sono stati ufficialmente chiariti.

I media, come chiunque può verificare da solo tramite una ricerca sul web, diffusero infatti la notizia che Savita era morta in quanto l’ospedale di Galway avrebbe rifiutato di praticarle l’aborto terapeutico in nome della legge irlandese particolarmente restrittiva, sentendosi rispondere dal personale medico che l’aborto era rifiutato anche «perché siamo un paese cattolico». Proprio questa battuta è divenuta il grimaldello impugnato da associazioni abortiste (dunque contro i diritti umani, come quello principale: il diritto alla vita) come “Amnesty International” per tentare di forzare la legge irlandese (che infatti è stata leggermente modificata).

Tuttavia in queste settimane è stato pubblicato il report voluto dall’Health Information and Quality Authority, l’ultimo di tre già condotti sul caso: si rilevano ben 13 mancanze procedurali in cui il personale dell’ospedale sarebbe incorso, portando così in pochi giorni al peggioramento delle condizioni di salute della donna e alla sua morte. Un caso di malasanità dunque, dove le peggiori fatalità hanno fatto seguito agli errori umani e dove a nulla c’entrava il rifiuto di interrompere la gravidanza. Ce ne siamo occupati anche noi allora denunciando lo sciacallaggio mediatico e anticipando le conclusioni ufficiali.

Stranamente anche la pagina di Wikipedia (versione inglese) dedicata al caso è stata correttamente aggiornata con relative fonti: «Dopo la morte di Savita, i mezzi di comunicazione hanno incolpato la fatalità della morte al cosiddetto divieto di aborto negli ospedali cattolici irlandesi. Tuttavia, la terza e ultima indagine nazionale ha scoperto che non era questo il caso. La causa è stata identificata come negligenza medica, che ha portato ad una serie di controlli incompleti e procedure inadeguate». Se Wikipedia si è aggiornata, nessun quotidiano sembra aver riportato la notizia.

Come abbiamo già evidenziato, è attraverso la menzogna che l’aborto è entrato nel sistema legale italiano e americano, ed allo stesso modo continua ancora oggi ad essere giustificato. Dove sono i liberi pensatori?

La redazione

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