martedì 26 novembre 2013

Storia della Neuroetica (10) di Alberto Carrara, LC

lunedì 25 novembre 2013


Definizioni di Neuroetica

A questo punto è utile esporre la definizione “classica” di questa pseudo-disciplina, la Neuroetica. Mi riferisco all’apporto del politologo americano William Safire che nel 2002 definì la Neuroetica “lo studio di ciò che è corretto o incorretto, di buono o cattivo, circa il trattamento, il perfezionamento, gli interventi o le manipolazioni del cervello umano” 54.

Una prima definizione di Neuroetica può essere ricercata già a partire dalla finalità stessa dei numerosi studi promossi dagli anni ’70 dall’ Hastings Center: esaminare i problemi etici relativi agli interventi chirurgici e farmacologici sul cervello umano.
William Safire consideraba, come molti altri al suo tempo, la Neuroetica, exclusivamente come sottocategoria dell’ampio campo di riflessione della Bioetica che si interessa di stabilire ciò che è lecito, ciò che si può fare, rispetto alla terapia o al miglioramento delle funzioni cerebrali, come pure di giudicare le diverse modalità di manipolazione del cervello umano.


All’interno dello stesso scenario delle riunioni di San Francisco del 2002, Steve J. Marcus esplicitò ulteriormente la finalità propria della Neuroetica affermando: “la neuroetica dovrebbe esaminare in che modo i medici, i giudici, gli avvocati, i dirigenti di compagnie assicurative e i politici, come pure la società in generale, si rapportano ai risultati neuroscientifici”.


Sono convinto della necessità di aprire maggiormente l’ambito e il campo d’azione della Neuroetica includendo una forma “amplia” di definizione, come fa per esempio, la divulgatrice scientifica Kemi Bevington nel suo articolo Mindless Entertainment in the Neuroethics Era: A Review of Eternal Sunshine af the Spotless Mind pubblicato dal Center for Bioethics and Human Dignity. In questo lavoro, la Neuroetica viene definita come lo studio delle questioni etiche, legali e sociali che scaturiscono quando gli sviluppi scientifici relativi al cervello giungono alla pratica clinica o a conclusioni interpretative di ordine legale, politico o sociale.
Man mano che la neuroscienza avanza in territori di ricerca prima inesplorati, aumenta il numero e la complessità delle domande etiche relative alla responsabilità morale e all’identità stessa dell’essere umano.

A mò di riassunto sintetico sui diversi temi della Neuroetica, consiglio la lettura del volume monografico dell’estate 2012 della Mind and Brain Society (MBS) dedicato all’argomento 55 come pure la “voce” Neuroetica curata da Sergio Sánchez-Migallón Granados e José Manuel Giménez Amaya 56.

… (continua lunedì prossimo)


54 Cf. W. Safire, «Visions for a new field of “neuroethics”», Neuroethics. Mapping the Field. Conference Proceedings, Dana Press, New York 2002.
55 Cf. Mind and Brain Society, The Nerve, Winter 2012, Vol. 3, Issue 1, Boston University; http://www.bu.edu/mbs/files/2013/01/TheNerve_JF2012030112-2.pdf.

56 http://www.philosophica.info/voces/neuroetica/Neuroetica.html. 

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