martedì 5 novembre 2013

Stati vegetativi e coscienza: nuovi studi di Riccardo Carrara, sabato 2 novembre 2013, http://acarrara.blogspot.it/



I più moderni studi nel campo della coscienza sembrano rivelare qualcosa di straordinario: aumenta la possibilità di creare dispositivi nel futuro che aiutino alcuni pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza ad interagire con il mondo esterno.

Sempre più oggi, ci si rende conto che i pazienti affetti da disturbi della coscienza possano presentare una certa modalità di attenzione e reazione all'ambiente esterno. Uno studio  dal titolo "Dissociable endogenous and exogenous attention in disorders of consciousness", pubblicato il 31 ottobre 2013 in NeuroImage: Clinical (volume 3, 2013, pages 450-461) mette in evidenza che un paziente in "apparente" stato vegetativo, incapace di muoversi e di parlare, ha mostrato segni evidenti di consapevolezza attenta che non erano mai stati rilevati precedentemente.

Questi pazienti allora hanno coscienza o no? Possono avere una certa attenzione per il mondo che li circonda?


Recenti studi suggeriscono che, nonostante l'apparente incapacità dei pazienti in stato vegetativo e di minima coscienza di generare un comportamento logico e coerente, alcuni potrebbero avere una consapevolezza nascosta, rilevabile con neuroimaging funzionale. 
Questi risultati motivano ulteriormente la ricerca sui meccanismi cognitivi che potrebbero sostenere l'esistenza della coscienza in questi stati di profonda disfunzione neurologica. Una delle domande chiave in questo senso riguarda la natura e la capacità di attenzione nei pazienti, che sappiamo essere correlata, ma distinta dalla coscienza.

Studi precedenti con il marcatore di attenzione elettroencefalografico P300 hanno dimostrato la presenza e il potenziale valore clinico anche in pazienti con disturbi della coscienza.

Nel suddetto studio degli scienziati del Medical Research Council Cognition end Brain Sciences Unit (MRC CBSU) sono stati analizzati i dati di 21 pazienti e 8 volontari sani durante un compito sperimentale creato per poter generare attenzione esogena o endogena, indicizzato dai componenti P3a P3b e, rispettivamente, in risposta ad una coppia di parole stimolo presentate poste in mezzo a dei distrattori.
Sorprendentemente, le risposte di un paziente in stato vegetativo, in giustapposizione con volontari sani, ha suggerito la presenza di un livello relativamente alto di abilità attentive. 

Usando tecniche di neuroimaging (fMRI), gli scienziati hanno inoltre scoperto che questo paziente è in grado di seguire piccoli comandi immaginando di giocare a tennis. Altri tre pazienti in stato di minima coscienza reagiscono a parole nuove ma irrilevanti, ma non sarebbero in grado di prestare attenzione selettiva alle parole obiettivo. 

Uno degli autori della ricerca afferma: "Al fine di provare a valutare il vero livello di funzione del cervello e la consapevolezza che sopravvive negli stati vegetativi e di minima coscienza, stiamo progressivamente costruendo un quadro più completo della capacità sensoriali, percettive e cognitive dei pazienti. Questo studio ha aggiunto un tassello fondamentale di questo puzzle e ha fornito una quantità enorme di informazioni circa la comprensione della capacità di questi pazienti di prestare attenzione".

Queste scoperte suggeriscono che alcuni pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza possono essere in grado di fatto di dirigere la loro attenzione al suono nel mondo che li circonda.

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