giovedì 30 settembre 2010

Vescovi americani: la maternità non è una malattia. Il rifiuto di considerare Contraccezione e Sterilizzazione come una pratica di Prevenzione Sanitaria. - 23-09-2010 – da http://www.vanthuanobservatory.org
Il Dipartimento per i servizi sanitari americano ha recentemente deliberato una lista completa dei servizi preventivi che singoli o gruppi di individui possono richiedere vengano eseguiti come stipulato dal Patient Protection and Affordable Care Act: tra questi risultano compresi anche contraccezione e sterilizzazione.

Con una lettera datata 17 settembre e indirizzata al Dipartimento in questione, i Vescovi americani, si oppongono a tale decisione e affermano con forza che la maternità non è e non può essere considerata una malattia.
Nel documento, firmato dal Consulente legale della Conferenza episcopale, Antony Picarello, e dal suo Vice, Michael Moses, i presuli sostengono l’assoluta infondatezza delle motivazioni che rendono la contraccezione e la sterilizzazione operativa o chimica candidate ideali per essere ricomprese nella categoria dei servizi preventivi per la salute pubblica. Se così fosse, argomentano gli autori della lettera, si affiancherebbe concettualmente la prevenzione ad una gravidanza con gli esami per la pressione sanguigna, quelli per controllare il colesterolo e l’ipertensione, gli esami per prevenire le malattie sessualmente trasmesse o alcuni tipi di tumore: compiendo un errore inqualificabile. Mentre infatti questi esami servono per prevenire malattie gravi che attentano alla vita dell’essere umano e che quando disgraziatamente occorrono, necessitano di trattamenti e cure per essere debellate, nel caso di contraccezione e sterilizzazione non ci sono “ragioni mediche” che ne giustifichino l’applicazione.
Nella lettera si riconosce che vi possono essere delle “motivazioni personali” per cui una donna in uno specifico momento della propria vita desidera non affrontare una gravidanza, ma queste motivazioni non possono mai trasformare una temporanea o permanente condizione di infertilità in un prerequisito per la salute o al contrario una situazione di fertilità in una malattia”.
Non è neppure possibile, specifica ulteriormente la lettera, ricomprendere la contraccezione come un servizio preventivo all’aborto, poiché “l’aborto non è esso stesso una condizione di malattia, ma una procedura specifica concordata tra la donna e il personale medico”.
Per visionare la Lettera:  www.usccb.org/ogc/preventive.pdf

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