lunedì 25 luglio 2011

CONTROLLI DEI NAS PER IL DIRITTO A NON SOFFRIRE di Bartoloni Marzio, Sole 24 Ore, lunedì 25 luglio 2011

Verificare se il diritto a non soffrire per milioni di italiani è rimasto sulla carta o è diventato invece realtà. E quello che stanno tentando di fare i Nas - i nuclei antisofisticazioni e sanità dell'arma dei carabinieri - in un'operazione a tappeto avviata nei giorni scorsi in tutta Italia con verifiche a sorpresa in molte strutture ospedaliere. L'ordine di avviare le indagini è arrivato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Ssn, guidata dal senatore Ignazio Marino (Pd), che in base a quanto previsto dall'articolo 82 della Costituzione può avviare indagini «con gli stessi poteri» dell'autorità giudiziaria. A un anno e mezzo dall'entrata in vigore della legge 38 sulle terapie del dolore e sulle cure palliative, approvata all'unanimità con voto bipartisan, l'organismo parlamentare ha deciso infatti di vederci chiaro sull'applicazione di norme così importanti e tanto attese. Che oltre a semplificare la prescrizione dei farmaci anti-dolore autorizzando i medici a utilizzare il normale ricettario del Ssn, obbliga - tra le altre cose - gli ospedali a monitorare nella cartella clinica, accanto a pressione e temperatura, anche il livello di dolore di tutti i pazienti. Nei blitz dei giorni scorsi i Nas hanno verificato documenti e cartelle cliniche e "interrogato" il personale sanitario e i dirigenti delle strutture sanitarie per verificare l'attuazione degli adempimenti: dall'attivazione dei «comitati per l'ospedale senza dolore» alla presenza di unità operative di cure palliative e terapia antalgica fino all'impiego di «scale per la rilevazione del dolore» nella cartelle cliniche. Nel mirino anche il consumo di oppioidi, i preziosi farmaci per aiutare i pazienti colpiti da patologie gravi, e la verifica della loro presenza nei prontuari terapeutici aziendali. Le indagini dei Nas aiuteranno la commissione d'inchiesta a capire se la legge 38/2010 è stata finora "ignorata" - così come dimostrava una prima indagine effettuata da «Il Sole 24- Ore Sanità» nell'ottobre 2010 - oppure già garantisce il diritto dei pazienti a evitare sofferenze inutili.

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