sabato 30 luglio 2011

Testamento Biologico, Franco Pannuti fondatore ANT: è una legge non necessaria, il Giorno, 29 luglio 2011

Dopo anni di dibattiti, battaglie parlamentari e proposte di legge sul fine vita, il disegno di legge sul testamento biologico è stato di recente approvato alla Camera, tra non poche discussioni che hanno diviso partiti e coscienze. Franco Pannuti, fondatore e presidente onorario della Fondazione ANT – che da oltre trent’anni assiste gratuitamente a domicilio i Sofferenti di tumore – esprime il proprio parere sull’argomento:  “La legge sul testamento biologico è una legge non necessaria, che io non avrei fatto. Ciò che la legge italiana prevede, unitamente al codice etico dei medici, ai criteri seguiti da Ippocrate in poi e – se mi consentite – al Vangelo, è più che sufficiente a garantire un fine vita dignitoso ad ogni Persona”. Prosegue l’oncologo bolognese: “Sull’eutanasia e sui DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento) anche noi come ANT abbiamo già avuto modo di esprimere la nostra opinione e crediamo di poterlo fare in ragione dei risultati che abbiamo ottenuto sino ad oggi: ogni giorno assistiamo gratuitamente a domicilio più di 3.300 Sofferenti oncologici in fase terminale e dall’inizio della nostra attività ne abbiamo già assistiti oltre 80.000. La nostra posizione è chiara – continua Pannuti – siamo contrari a tutto, no all’eutanasia, no all’accanimento terapeutico, no all’abbandono e no ai DAT. Desideriamo sgomberare il campo da argomenti che spesso ci vengono proposti e che ‘sembrano’ così importanti da farci dimenticare altre situazioni, pur apparentemente meno clamorose, che interessano il quotidiano dei Malati in maniera certamente non meno drammatica. Alludiamo ad esempio alla ben nota esistenza di lunghe liste d’attesa per accedere a servizi e consulenze essenziali e ai cosiddetti DRG (Diagnosis Related Groups). A proposito di questi ultimi, è bene chiarire di cosa si tratta: ogni Paziente ricoverato in ospedale pubblico o in una struttura privata convenzionata (che abbia un infarto o un tumore o altro) ha un destino ‘burocratico’ già segnato. Un Malato, ad esempio, colpito da un certo tipo di tumore, per rientrare nei canoni economico-burocratici decisi a livello regionale, deve essere assistito entro un periodo di tempo predeterminato, al termine del quale si dovrà programmare la sua dimissione. Si tratta ovviamente di valori temporali medi che si riferiscono al gruppo di appartenenza. In sostanza – prosegue l’oncologo – gli amministratori o, se preferite i politici, già da qualche anno cercano di applicare con il massimo rigore possibile questi criteri economico-assistenziali, chiedendo ai medici ospedalieri il controllo ed il rispetto di tali parametri. E’ dunque evidente che, all’insaputa dei Sofferenti, si sta passando da una medicina tradizionale che si ispira alla scienza e coscienza del medico ad una medicina economico-burocratica, in ossequio alla cosiddetta razionalizzazione delle risorse tesa a rispettare i migliori tassi di utilizzo dei posti letto disponibili, il cui numero, com’è noto, si va riducendo ogni giorno.
Per fortuna abbiamo una magistratura in questo caso amica dei pazienti: la Corte di Cassazione con la sua sentenza 8254/11 ha sancito ciò che era ovvio dai tempi di Ippocrate, ovvero che l’osservanza di questa regolamentazione non salva il medico dalle responsabilità penali che possono derivare dalla sua decisione ‘burocraticamente giustificata’. Insomma è il medico ad essere responsabile dei Pazienti e non gli amministratori. Vale la pena ricordare che questa sentenza è stata generata dal comportamento di un medico che ha dimesso un Paziente infartuato alla nona giornata dopo il ricovero, in ossequio alle regole di cui sopra, che ‘regolarmente’ è deceduto a domicilio: la Cassazione ha considerato il medico colpevole. Sono d’accordo con i sindacati quando affermano che ‘andrebbero sanzionate le strutture ospedaliere e non i medici’.
Fino a quando la Sanità Pubblica non verrà riaffidata totalmente alla coscienza di medici che hanno il coraggio di ricordarsi quotidianamente del giuramento ippocratico (con buona pace delle amministrazioni e dei sindacati) difficilmente potremo pensare di risolvere anche i tanti problemi, apparentemente più importanti, connessi con l’eutanasia e con i DAT”, conclude il Presidente onorario di ANT.

La Fondazione ANT Italia Onlus – nata a Bologna nel 1978 per iniziativa del Prof. Franco Pannuti – rappresenta la più ampia esperienza al mondo di assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai Sofferenti di tumore. Dal 1985 ad oggi (dato aggiornato al 31 dicembre 2010) ANT ha assistito oltre 80.000 Sofferenti, 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, in modo completamente gratuito per un totale di oltre 13 milioni di giornate di assistenza erogate. I Sofferenti assistiti nei 20 Ospedali Domiciliari Oncologici ANT (ODO-ANT) presenti in 9 regioni d’Italia sono più di 3.300 ogni giorno. Si tratta di un’assistenza specialistica effettuata da 400 professionisti che lavorano unicamente per ANT – tra Medici, Infermieri, Psicologi, Nutrizionisti, Fisioterapisti, Operatori socio-sanitari, Farmacisti e Funzionari – e che portano al domicilio del Sofferente e alla sua Famiglia tutte le necessarie cure di tipo ospedaliero e socio-assistenziale. A ciò si associa un programma di assistenza economica alle Famiglie in difficoltà che abbiano un congiunto in assistenza domiciliare. ANT non è solo assistenza, ma anche Prevenzione: a oggi sono più di 32.000 le visite di prevenzione gratuite realizzate dalla Fondazione ANT in 32 diverse province nell’ambito del solo progetto Melanoma, cui si affiancano i progetti Donna e Tiroide. La Fondazione porta inoltre avanti attività di ricerca e organizza corsi di formazione rivolti a volontari e professionisti.

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