sabato 19 novembre 2011


Bagnasco «riunisce» i leader: la vita non divida - Al convegno di Scienza e vita aperto dal cardinal Angelo Bagnasco (foto) ieri erano presenti i leader di tre dei partiti che sostengono il governo: Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini e Angelino Alfano - Il cardinale ha ribadito che «la vita umana va difesa dal concepimento alla morte naturale» di Carlo Marroni, http://www.ilsole24ore.com, 19 novembre 2011

CITTÀ DEL VATICANO
Tutti d'accordo: si è trattato di una coincidenza davvero provvidenziale. Nel giorno in cui il governo Monti è entrato nella pienezza dei suoi poteri, i segretari e leader dei partiti della nuova maggioranza si sono trovati insieme. Davanti al presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. A parlare di bioetica. Doppia coincidenza: i leader dei partiti - Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini - che sostengono un governo a forte caratura cattolica hanno discusso pubblicamente di un tema che ha diviso le forze politiche nel corso degli ultimi anni.
E Bagnasco non ha mancato di ribadire come la pensano i vescovi. «Bisogna difendere i valori costitutivi dell'umano» e «tra questi la vita umana, dal suo concepimento alla fine naturale, è certamente il primo. A questo livello primario si colloca il doveroso apporto dei cristiani come cittadini» ha scandito il porporato nel corso dell'affollatissimo convegno di Scienza e Vita, ieri dopo il voto di fiducia. «Il bene della vita - ha aggiunto - è un bene non solo per sè, ma anche per gli altri». Un tema delicato su cui la Chiesa ha ribattuto molto dopo la morte di Eluana Englaro, su cui il governo Berlusconi arrivò a un braccio di ferro anche con il Quirinale. «Siamo tutti consapevoli della delicatezza dell'argomento in gioco, così come delle visioni diverse che spesso si confrontano, tanto da essere considerata, la vita umana, uno di quegli argomenti divisivi di cui è meglio non parlare», ha rimarcato Bagnasco. Ma i cittadini cristiani «offrono il loro contributo senza per questo dover mettere tra parentesi la propria coscienza». Toni da Lectio Magistralis, pacati e "alti", senza entrare nel cuore dei fatti come fa solitamente nelle trimestrali Prolusioni al Consiglio Permanente. Ma è di tutta evidenza che il cardinale ha fatto riferimento al progetto di legge fermo da due anni e mezzo, e sui cui la ex maggioranza di centro destra si era impegnata formalmente per una approvazione, senza successo. Parole chiare (che invitano ad uno sforzo collettivo, ma senza "mediazioni" al ribasso, come ha detto giorni fa) peraltro pronunciate nel giorno in cui Benedetto XVI, in partenza per il Benin, è stato accolto in aeroporto da Monti: il Pontefice ha apprezzato il gesto e ha fatto gli auguri al nuovo premier. Un augurio di «bene e prosperità» allargato, nel telegramma indirizzato a Giorgio Napolitano, prima di partire, a tutto il «popolo italiano». Intanto dalla politica sul tema sono arrivate posizioni dialoganti, ma nulla di più. «È necessario delineare una linea di coerenza tra valori e prassi, ovvero tra ciò che si dice e ciò che si fa. Ed è quello che abbiamo fatto con l'agenda bioetica durante il nostro governo - ha detto il segretario Pdl Alfano - noi abbiamo prodotto quella agenda perché questo è il nostro credo e da questo discende la nostra azione politica». E ha ributtato la palla nel campo del nuovo quadro politico: «Ora c'è un altro governo che giustamente non ha assunto gli impegni programmatici su questi argomenti. L'impianto di valori e di prassi che noi pensiamo di non aver tradito era fondato su: vita, persona, famiglia e sussidiarietà».
Il segretario del Pd, Bersani, è tornato ad auspicare un approccio di dialogo sui temi della bioetica, ma ha ammonito che la legislazione deve essere cauta. «Dico: ragioniamoci assieme e la legislazione sia cauta». E ancora: «Parliamone perché su questi temi c'è una nuova situazione politica», ha ricordato, «non è che possiamo rifiutarci di parlare di questi temi perché sono divisivi. Non è cosa da poco che un parlamento decida mezzo e mezzo come si deve morire». Insomma, il rischio, ha sottolineato, è che mentre in Italia non si riesce a trovare un'agenda dall'estero arrivano soluzioni impossibili da bloccare.
Mediatore il leader Udc, Casini: «Questo governo che nasce oggi non è un esecutivo che affronta o che poteva affrontare nel suo programma le questioni etiche». Ma ha aggiunto che il governo guidato da Monti può offrire una grande opportunità per trovare una maggiore coesione rispetto a temi che spesso dividono.
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