martedì 20 novembre 2012


“Matrimonio omosessuale” decisioni e polemiche - 19 novembre 2012

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Il presidente Obama
Il presidente Obama

Negli Stati Uniti ai “referendum” del 6 novembre i sostenitori dei “diritti gay” hanno vinto, ma spendendo il triplo rispetto ai conservatori

Giuseppe Brienza
Roma
Secondo alcuni osservatori, dopo la rielezione di Obama, anche il disegno di legge che il Parlamento francese discuterà all’inizio del 2013 per autorizzare i “matrimoni omosessuali” e l’adozione di bambini da parte delle coppie gay avrà molte più chances di passare. Il ministro subalpino degli Affari familiari, Dominique Bertinotti, lo ha definito infatti «un passo importante verso la parità dei diritti», mentre per Marisol Touraine, Ministro degli Affari Sociali «si tratta di una grande riforma che si rivolge alla società francese nel suo complesso» (cit. in Davide Greco, “In Francia approvate le nozze gay. Ma di chi?”, in “Corrispondenza romana”, n. 1267 del 14 novembre 2012).
Nonostante ciò, il testo molto duro contro il disegno di legge scritto dal Gran Rabbino di Francia Gilles Bernheim, “Matrimonio omosessuale, omogenitorialità e adozione: tutto quello che si dimentica di dire” (cfr. “Mariage homosexuel, homoparentalité et adoption: ce que l’on oublie souvent de dire” , ha avuto una grande diffusione sia a livello nazionale sia internazionale.
In effetti, come commentato in un recente editoriale del “Los Angeles Times”, il quarto quotidiano maggiormente diffuso negli Stati Uniti, dai tempi della “Propositon 8” che stabiliva un “bando federale” al matrimonio fra gay negli States, «Tutto è cambiato martedì [6 novembre], quando i sostenitori del matrimonio omosessuale hanno conseguito una importante vittoria nei quattro Stati nei quali la questione è stata sottoposta a voto da parte dei cittadini»  (Maura Dolan-Alana Semuels, “Gay marriage victories may signal larger shift ”, in “Los Angeles Times”, 8 novembre 2012
Secondo gli “attivisti gay” nordamericani, il successo delle consultazioni del 6 novembre è decisamente da attribuirsi al cambiamento della posizione delpresidente Obama in favore del “matrimonio omosessuale”. Con la vittoria omosessualista alle elezioni tenutesi nel Maine, nel Maryland, in Minnesota ed a Washington, il movimento in favore del matrimonio gay punta ora a conquistare le Corti federali e quelle degli altri Stati che non riconoscono ancora la «grande riforma», come il Rhode Island, il Delaware, le Hawaii e l’Illinois.
Quello che non è stato riportato dai media occidentali, riguardo all’esito delle consultazioni elettorali che hanno sancito l’importante affermazione delle “nozze gay” nei quattro Stati nordamericani è che, come ricorda lo stesso “Los Angeles Times”, «I sostenitori dei diritti dei gay hanno speso circa 32.7 milioni di dollari nella sfida elettorale» del 6 novembre, quasi il triplo se «confrontati con gli 11.3 milioni avuti a disposizione dai Cristiani conservatori» (art. cit.).

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