domenica 13 novembre 2011


NEONATO CON MORTE CEREBRALE. IL PADRE: "LASCIATE CHE DONI GLI ORGANI" - http://www.tg1.rai.it

Il piccolo Giacomo, nato a 37 settimane, è cerebralmente morto; ma il suo decesso non può essere accertato dalla legge italiana. L'appello del papà, il parere dei medici.
L'ospedale Borgo Roma di Verona
VERONA - La storia drammatica di Giacomo, figlio di una donna morta il 4 ottobre scorso per un'emorragia. Il piccolo è venuto alla luce con parto cesareo dopo 37 settimane e 4 giorni di gestazione, ma il suo cervello ha sofferto irrimediabilmente per la prolungata mancanza di ossigeno. Da allora è tenuto in vita dalle macchine all'ospedale Borgo Roma. La legge italiana prescrive che l'accertamento della morte cerebrale avvenga solo dopo 38 settimane di gestazione. E il padre Riccardo, che lo visita ogni giorno, lancia un appello disperato.

L'APPELLO DEL PADRE. "So che l'unico domani che mio figlio può avere è che permettano l'espianto dei suoi piccoli organi, facendo così in modo che altri neonati vivano grazie a lui. Sarebbe l'unico modo di far continuare la vita che lui non avrà". Riccardo e il suo legale sottolineano le volontà espresse dalla mamma del neonato: "Silvia diceva sempre che per legge quando moriamo dovremmo donare gli organi. Tutto quello che avrebbe voluto è poter donare quelli del bimbo".

I MEDICI: "UN CASO ECCEZIONALE". Un eventuale espianto d'organi non è escludibile a priori, sottolineano i medici, anche se si tratterebbe di un'eventualità complessa, che va valutata attentamente. "Casi come questo - afferma il direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa - sono molto rari. Trattandosi di neonati, la situazione va valutata volta per volta e le procedure non sono facili. Nel caso in cui si potesse procedere all'espianto di organi, questi sarebbero da utilizzarsi solo su altri neonati. Al momento non mi risulta vi siano neonati in lista di attesa per un trapianto. La sofferenza cerebrale subita dal neonato non sarebbe di per sè un impedimento per l'espianto d'organi, ma il punto chiave resta l'accertamento della morte cerebrale". Quanto agli organi, "a 38 settimane molti non sono ancora sviluppati, ma potrebbe essere prelevato il cuore, l'organo più formato".

"APPELLO COMPRENSIBILE, MA CASO AL LIMITE". "La legge italiana - sottolinea il direttore della Terapia intensiva neurochirurgica, Francesco Procaccio - prevede che l'accertamento di morte non possa essere fatto se la nascita non è avvenuta dopo le 38 settimane e se non sono comunque trascorsi 7 giorni dalla nascita stessa". Ma, al di là dei limiti di legge, "ritengo che la donazione degli organi in una situazione clinica di questo tipo rappresenti un caso "al limite", anche perché molti organi non sono ancora abbastanza sviluppati". L'appello da parte del padre di Verona, conclude lo specialista, "è comprensibile, ma credo che sia un'ipotesi clinica difficile da realizzare".

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