RICERCA LA SCOPERTA AIUTA A SPIEGARE IL SONNAMBULISMO - Noi dormiamo ma
il cervello rimane sveglio di Roberta Villa, 6 novembre 2011 - Corriere della
Sera
Tutto potrebbe dipendere da un
gene conservato dai tempi dell' uomo di Neanderthal, quando l' allerta durante
il sonno era essenziale alla sopravvivenza Neurologia Aree del movimento sempre
all' erta Frequenza Sentinella Probabilmente il fenomeno riguarda tutti, per
centinaia di volte ogni notte È come se parte del cervello vigilasse sul resto
che, così, riposa tranquillamente Uno studio italiano rivela aspetti sorprendenti
del sonno
Gli esseri umani non sono così
dissimili da uccelli migratori e delfini, capaci di dormire con uno solo dei
due emisferi cerebrali: gli uni per riuscire a riposare anche durante le
traversate in volo, gli altri per risalire in superficie a prendere ossigeno
senza interrompere il sonno. Un gruppo di ricercatori guidati da Lino Nobili,
responsabile del Centro di medicina del sonno dell' ospedale Niguarda a Milano,
ha infatti dimostrato che anche nel cervello umano, ogni notte, ci sono aree che
si attivano come durante la veglia, mentre altre continuano a dormire, anzi lo
fanno in modo ancora più profondo. «Ad attivarsi sono soprattutto le regioni
più coinvolte nel movimento, - spiega lo specialista - forse per un meccanismo
selezionato dall' evoluzione al fine di consentire la fuga in caso di
pericolo». Finora l' esame dell' attività elettrica del sonno effettuata con l'
elettroencefalogramma non aveva messo in luce questa attività nascosta. Per
arrivare a scovarla il gruppo di Nobili ha sfruttato gli elettrodi inseriti nel
cervello di pazienti con epilessia per studiarne l' attività elettrica prima di
operarli. «La scoperta però non riguarda l' epilessia - precisa il neurologo -.
Questi malati non avevano crisi durante il sonno, né le zone attivate
corrispondono a quelle patologiche. Ci siamo basati su questi dati perché
venivano già raccolti in vista dell' intervento, mentre ovviamente non si
possono sottoporre volontari sani a un trattamento così invasivo a solo scopo
di ricerca». Il fenomeno quindi riguarda probabilmente tutti e si ripete
centinaia di volte ogni notte. «Queste che chiamiamo "dissociazioni"
- dice Nobili - possono aiutarci a capire meglio alcuni disturbi del sonno,
primo fra tutti il sonnambulismo». Il sonnambulo cammina mentre dorme; agisce,
ma senza giudizio, coscienza, memoria. Un fenomeno che riflette bene le
osservazioni dei ricercatori milanesi, secondo cui durante il sonno si attivano
ripetutamente, per periodi variabili da 10-15 secondi ad alcuni minuti, le aree
del movimento, mentre quelle della coscienza e della memoria sono in uno stato
di sonno profondo. «Le famiglie in cui questa condizione è comune potrebbero
essere portatrici di un gene conservato dai tempi dell' uomo di Neanderthal,
quando lo stato d' allerta anche durante il sonno era essenziale alla
sopravvivenza - ipotizza il ricercatore -. E anche oggi questo meccanismo
potrebbe consentire di selezionare gli stimoli che richiedono il risveglio da
quelli che si possono ignorare: è come se parte del cervello facesse da
sentinella per consentire al resto di riposare tranquillo». Il sonno quindi
apparentemente non viene disturbato da questo fenomeno, che però potrebbe
spiegare perché alcuni insonni hanno la sensazione di non aver dormito quando
in realtà sembrano averlo fatto. Le osservazioni dei ricercatori sono andate
però anche oltre: «Ben prima che una persona si possa dire addormentata, alcune
aree del cervello sono già cadute nel sonno - rivela Nobili, anticipando uno
studio non ancora pubblicato -. Fino a 5-10 minuti prima di addormentarsi,
infatti, le aree del cervello deputate alla memoria hanno già "chiuso gli
occhi": ecco perché spesso capita di dover rileggere l' ultima pagina del
libro lasciato la sera prima sul comodino».
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