martedì 13 novembre 2012


Il Gazzettino: EUTANASIA. DUE SU TRE DICONO SÌ ALLA DOLCE MORTE

di Fabio Bordignon - http://radicalimilano.it/

Crescono i favorevoli all'eutanasia, nel Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia. Due persone su tre dicono sì alla "buona morte", e anche tra i cattolici praticanti quasi uno su due si schiera a favore. E' un orientamento noto già da qualche anno, quello registrato dal sondaggio periodico dell' Osservatorio sul Nord Est, ma che negli ultimi mesi si è ulteriormente consolidato.

Cosa fare quando una persona affetta da una malattia incurabile chiede di "staccare la spina"? Come comportarsi di fronte a chi non riesce più a sopportare il peso di prolungate sofferenze fisiche e chiede un aiuto "estremo" alla medicina? Negli ultimi mesi la questione è stata, per lungo tempo, al centro dell'attenzione. In particolare, lo è stata la dura battaglia di Piergiorgio Welby, da molto (troppo) tempo inchiodato ad un letto e ad un respiratore dalla distrofia muscolare. Il sondaggio di Demos ha interpellato, per conto del Gazzettino, un campione di 1000 cittadini, chiedendo loro un parere sulla condotta da tenere in queste difficili situazioni. Il dato generale è piuttosto esplicito: due persone su tre pensano sia giusto che il medico accolga le richieste del malato e lo aiuti a porre fine al proprio travaglio.

L'elemento di maggiore interesse è fornito non tanto dal dato di per sé, ma dal trend. Solo ad aprile dell'anno scorso le aperture all'eutanasia, nella popolazione nordestina, si fermavano al 55%. Tale valore si era mantenuto sostanzialmente stabile almeno negli ultimi quattro anni:, la prima rilevazione dell'Osservatorio risale, infatti, al 2002. L'opinione pubblica si presentava spaccata a metà, ma con una lieve prevalenza dei favorevoli. Tuttavia, la discussione (e gli scontri) degli ultimi mesi sembrano avere determinato una ulteriore evoluzione: la componente sociale che manifesta apertura è così lievitata di oltre dieci punti percentuali (dal 55 a quasi il 67%). Va precisato che il questo posto nel sondaggio presenta un certo grado di indefinitezza. Lo stesso dibattito sul tema, del resto, abbraccia, in modo non sempre chiaro, un ventaglio di situazioni molto diverse fra loro: dall' accanimento terapeutico, all'interruzione della cura, fino al vero e proprio "suicidio assistito".

Un altro aspetto particolarmente interessante è fornito dalle posizioni in base all'orientamento religioso. Il Vaticano, negli ultimi mesi, si è espresso a più riprese, e in modo molto fermo, sul tema dell'eutanasia. Nello specifico, ha fatto discutere la scelta di negare i funerali religiosi alla famiglia Welby. In realtà, il popolo dei fedeli si presenta fortemente spaccato al suo interno, e le aperture sembrano essere cresciute proprio nell'ultimo periodo. Il 46%, fra i praticanti assidui, si schiera a favore dell' eutanasia: lo stesso dato, ad aprile, si fermava al 32%. In generale, il fattore religioso rimane, comunque, strettamente collegato agli atteggiamenti in materia. I favorevoli, infatti, salgono al 74% tra i praticanti saltuari e addirittura all'86% fra i non praticanti.

Si registra, parallelamente, una relazione con l'età del rispondente, che tende a contrapporre la fascia giovanile con quella dei più anziani. Al di sotto dei trent'anni, a sottoscrivere l'affermazione proposta dal sondaggio sono quasi otto persone su dieci. Dai 65 anni in su, per converso, il dato si ferma a 58%, mentre le classi d'età intermedie si concentrano tutte attorno al valore medio. Altre distinzioni emergono a partire dagli orientamenti politici. In generale, sono gli elettori di centro-sinistra a mostrarsi più favorevoli (72%), ma la distanza, rispetto al dato rilevato fra gli elettori della CdL, è di appena sette punti. La frattura su questo tema sembra, infatti, attraversare le due coalizioni. In generale, l'apertura massima si registra fra gli elettori di Rifondazione Comunista (87%), quella minima fra i simpatizzanti dell'Udc (45%). La lista Uniti nell'Ulivo, che somma, al suo interno, componenti molto eterogenee su temi di questa natura, raggiunge comunque il 69%. A centro-destra, infine, spicca la disponibilità degli elettori della Lega (80%) e di An (66%), mentre quelli di Forza Italia (60%) si collocano poco sotto la media "di coalizione". 

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