La crisi della famiglia e il disagio dei padri separati di Redazione, 22 maggio 2013 - http://www.documentazione.info/
La crisi del matrimonio e della famiglia ha numerose conseguenze. Dagli ultimi rapporti Istat risulta che nel 2011 in Italia sono stati celebrati 204.830 matrimoni, 12.870 in meno rispetto al 2010. Inoltre le nozze sono sempre più tardive: l'età media al primo matrimonio degli uomini è pari a 34 anni e quella delle donne a 31 anni.
E’ ancora l’Istat a fornire un altro dato allarmante sul numero di separazioni e divorzi: nel 2010 le separazioni sono state 88.191 e i divorzi 54.160. Prima di rompersi un matrimonio dura in media 15 anni per le separazioni e 18 anni per i divorzi. L'età media al momento di separazione o divorzio è di circa 46 anni per i mariti e di 43 per le mogli e questi valori sono in aumento.
Una conseguenza, di cui si parla poco, è il fenomeno dei padri separati. Si tratta infatti di una categoria sociale in crescita che vive in situazioni di povertà sempre più gravi.
Il fatto che nel 20,6% delle separazioni è previsto un assegno mensile per il coniuge nel 98% dei casi corrisposto dal marito, fa sì che su 2 milioni di padri separati il 9% viva con meno di 300 euro al mese, come ha fatto notare Vanity fair . Anche perché spesso, nel 56,2% delle separazioni, la casa è assegnata alla moglie. Inoltre nell’80% dei casi di separazione i figli sono affidati alla madre.
Di conseguenza molti mariti sono costretti a vivere in macchina o nel luogo di lavoro, mentre alcuni scelgono di tornare a vivere dai genitori. Si registra che il 25% di chi usufruisce delle mense del povero è separato o divorziato, e secondo Gian Ettore Gassani, avvocato presidente dell’Associazione matrimonialisti italiani, «ce ne sono almeno 90 mila a Roma e 50 mila a Milano», e a Bologna 2 padri su 10 mangiano alla Caritas.
Un ulteriore dato particolarmente allarmante viene dalla nota informativa dell’Istat sui suicidi in Italia. Nel 2009 i casi di suicidio maschile sono stati 3.094, mentre i suicidi femminili sono stati 881.
Tutto questo conferma la necessità di una tutela e un investimento nella cultura del matrimonio e della famiglia in Italia.
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