Papà e mamma per ogni figlio Lo dice la scienza – Avvenire, 30 maggio 2013
La rivista Early Children Development and Care non piacerà a tanti modaioli che scambiano la famiglia padre-madre-figli con altre forme di genitorialità. Infatti il suo numero appena uscito è interamente dedicato alla figura del padre nello sviluppo mentale del bambino. E cosa apprendiamo? Che la scienza afferma che padre e madre sono ugualmente importanti per il figlio, ma che ognuno ha un suo ruolo indispensabile per l'equilibrio dei figli; tutto il contrario della moda secondo cui coppie dello stesso sesso sono la stessa cosa che coppie di sesso diverso. Eppure la rivista parla chiaro: nell'editoriale di questo numero monografico si ricorda proprio che i figli di genitori con ruoli madre-padre differenziati «hanno capacità sociali più sviluppate e sono più pronti alla competizione e alla competizione» rispetto ai figli di genitori con ruoli non differenti. E si ricorda che un altro studio mostra come i figli delle coppie con ruoli differenziati tra madre e padre «hanno minor aggressività».
Ovviamente, spiega, la specificità dei ruoli non significa un monopolio ma una complementarietà tra madre e padre: «I padri sembrano giocare un ruolo maggiore nel processo di apertura del figli al mondo esterno che è legato allo sviluppo dell'autonomia e alla capacità di affrontare i rischi». Rispetto ai padri, «le madri attribuiscono maggior valore al lavoro in casa, al supporto emotivo per i figli e all'educazione sessuale». La rivista esamina con sette articoli di studiosi internazionali proprio queste differenze sottolineando le specificità paterne: l'importanza del gioco-lotta tra padre e figlio, e il rapporto tra divisione dei ruoli padre-madre e la crescita sociale del figlio.
La scienza parla chiaro: il figlio è in rapporto di crescita con la madre per certi tratti del carattere e col padre per altri. Due padri (o due madri) rispondono a questa esigenza? Anche altre riviste scientifiche specializzate chiariscono i dubbi: «L'aiuto alla socializzazione dei figli dato da madre e padre differiscono in alcuni tratti ma servono nella loro complementarietà a creare l'impalcatura di regolazione delle emozioni» (New Directions for Child and Adolescent Development, 2010). Insomma, per far crescere bene un figlio non è vero che "basta volerlo". Non si possono fare esperimenti in un campo come la cura dei figli quando migliaia di anni di crescita sociale umana hanno "selezionato" un ambito preferito chiamato famiglia, facendo darwinianamente sparire ogni altro tipo di convivenza. E la famiglia che ha vinto per millenni e ha permesso che il mondo arrivasse fino a oggi è quella che ha le caratteristiche della complementarietà psicologica e sociale tra donna e uomo.
Avere due "mamme" senza papà o due "papà" senza mamma è la stessa cosa rispetto ad avere un padre e una madre? La scienza risponde "no". Ma i bambini non sanno reclamare i loro diritti nei parlamenti e sui media, i loro diritti lì non hanno spazio: si affermano solo i presunti diritti dei "grandi". Ci piacerebbe un mondo in cui le decisioni sui figli si prendono su basi solide - criteri scientifici e amore, due pilastri che si sostentano reciprocamente -, non sulle mode.
Carlo Bellieni
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