domenica 26 giugno 2011

Dopo il via libera del Senato

La Chiesa di New York
sul matrimonio omosessuale

New York, 25.. L’insegnamento della Chiesa cattolica sul matrimonio non cambia. Le persone omosessuali meritano certamente rispetto e dignità. Ma il matrimonio resta l’unione tra un uomo e una donna per tutta la vita. Si può riassumere così la prima reazione dei vescovi dello Stato di New York alla legge che autorizza le nozze tra persone dello stesso sesso. Il Senato statale ha infatti approvato nella notte con maggioranza bipartisan il «Marriage Equality Act», provvedimento proposto dal governatore, Andrew Cuomo, che riconosce alle coppie omosessuali il diritto di contrarre matrimonio come ogni altra coppia nello Stato di New York. La normativa è passata con 33 voti a favore (tra cui quelli di quattro repubblicani) e 29 voti contrari (tra cui quelli di un democratico). Il provvedimento, già approvato dalla Camera, è stato subito promulgato dal governatore Cuomo. Entrerà in vigore esattamente un mese dopo la firma.
In una dichiarazione i presuli dello Stato di New York — primo firmatario l’arcivescovo Timothy Michael Donal, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti — ribadiscono la loro contrarietà alle nozze omosessuali. Un provvedimento che «modifica radicalmente» il concetto stesso di matrimonio e la cui approvazione parlamentare «lascia profondamente delusi e preoccupati».
I vescovi ribadiscono fermamente l’insegnamento della Chiesa. In primo luogo, con riguardo all’atteggiamento nei confronti dei «nostri fratelli e sorelle omosessuali», che si ha il dovere di trattare con «rispetto, dignità e amore». Tuttavia, «con la stessa fermezza affermiamo che il matrimonio è l’unione di un uomo e di una donna per tutta la vita, un’unione d’amore aperta ai figli, ordinata al bene di questi figli e degli stessi coniugi». Per i presuli, «questa definizione non può cambiare, anche se ci rendiamo conto che le nostre convinzioni continueranno a essere ridicolizzate, e che qualcuno tenterà anche di applicare le sanzioni governative contro le Chiese e le organizzazioni religiose che predicano questa verità senza tempo».
Di qui la preoccupazione che sia il matrimonio che la famiglia vengano «minate» dalla «tragica presunzione governativa di approvare una legislazione che mira a ridefinire i fondamenti della civiltà». Al contrario — concludono i presuli — «la nostra società deve recuperare ciò che sembra aver perso». E, quindi, una «vera comprensione del significato e del ruolo del matrimonio, così come rivelato da Dio, fondato nella natura e rispettato nei principi fondanti dell’America».
Quello di New York è il sesto Stato statunitense — dopo Massachusetts, Vermont, New Hampshire, Iowa e Connecticut, oltre che nel District of Columbia — ad avere approvato le nozze omosessuali, ed è anche di gran lunga il più popoloso.

L’Osservatore Romano, 26 giugno 2011 


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