giovedì 30 giugno 2011

ELLAONE: UN UPDATE INTERNAZIONALE - Pubblicato il 30 giugno 2011 da webmaster http://www.blogscienzaevita.org/
Ulipristal acetate: contraceptive or contragestative? Questo il titolo di un interessante commento su EllaOne®, la “pillola dei cinque giorni dopo”, recentemente pubblicato da Jeffrey A. Keenam – professore di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università del Tennessee – sulla rivista scientifica The Annals of Pharmacotherapy (Ann Pharmacother 2011 June;45:813-15).  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21666088

La significatività delle osservazioni basate su rigorosa argomentazione biomedica, così delle conseguenti implicazioni etiche, merita senza dubbio attenzione in quanto conforta ulteriormente le obiezioni, fatte già da tempo, circa la classificazione di EllaOne® come solo contraccettivo.

Riprendendo i principali studi pubblicati su EllaOne®, Keenam evidenzia diverse criticità.

Partendo dalla similitudine della struttura chimica dell’ulipristal acetato con l’RU486 (mifepristone), si evidenzia l’azione postfertilizzazione della molecola. L’ulipristal acetato è presente in circolo fino a 7 giorni dopo l’assunzione e sull’endometrio si rilevano modificazioni alterative a carico dei markers propri dell’impianto. La ripercussione sull’annidamento dell’embrione è evidente: l’embrione ha un periodo di tempo abbastanza ridotto (circa 4 giorni) perchè l’impianto abbia successo.

Altra criticità evidenziata è in merito agli studi clinici da cui si giustificherebbe la sola azione contraccettiva dell’ulipristal acetato. Ebbene, gli studi clinici in fase 2 e 3 non erano stati progettati per studiare l’azione anti impianto e non furono praticate analisi di laboratorio e ultrasonografiche finalizzate al timing dell’ovulazione. Inoltre, come ricorda sempre Keenan, l’ACOG  (American College of Obstetricians and Gynecologists) – associazione di riferimento per gli studi sull’ulipristal acetate – non fa alcuna distinzione tra azione contraccettiva e azione contragestativa. Ciò è chiaramente dimostrato dall’inclusione, tra i metodi “contraccettivi di emergenza”, della spirale che impedisce l’impianto dell’embrione.

Keenan pone in evidenza altre criticità semantiche, classificative, etiche e procedurali. In particolare, partendo dai meccanismi d’azione dell’ulipristal acetato, rivela l’opportunità di distinguere i termini “contraccettivo” e “contragestativo” così da classificare correttamente i vari metodi (“words mean something”). Sottolinea, pertanto, l’eticità di una corretta informazione rivolta alla donna, e non solo, circa l’azione contragestativa di EllaOne®.

Altra criticità, non secondaria, è il potenziale uso di EllaOne® nell’aborto chimico come per l’RU486, in considerazione del meccanismo d’azione simile delle due molecule. In Italia l’RU486 può essere usata entro la 7a settimana di amenorrea nei centri che praticano IVG.  Per questi motivi si prospetta anche la possibilità di un mercato clandestino di EllaOne®.

Comunque, secondo Keenan, l’uso dell’ulipristal acetato esclusivamente per prevenire la fecondazione in ben precise fasi del ciclo, inibendo o posticipando l’ovulazione, richiederebbe una puntuale e veritiera anamnesi del ciclo mestruale, una valutazione ecografia e un test per dosare l’ormone LH che è fondamentale per l’ovulazione. Queste procedure sono  ritenute dall’autore facilmente praticabili, sebbene  possiamo avere delle riserve in quanto risulterebbero abbastanza complesse per attività sanitarie routinarie e non del tutto certe per quanto riguarda gli esiti previsti dopo somministrazione di ulipristal acetato. 

Lucio Romano, Università di Napoli “Federico II”, Dip. Scienze Ostetrico Ginecologiche, Copresidente nazionale Associazione Scienza & Vita

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