Anche in Italia la Carta contro il "diritto all'aborto"- I San
José Articles sbarcano finalmente anche in Italia di Marco Respinti, 11-11-2011,
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Mercoledì 9 novembre la
"Carta di San José" - questa la dizione italiana usata per indicare
il documento - è stata presentata alla Camera per iniziativa di Luca Volontè,
deputato dell’Udc e presidente del gruppo del Partito Popolare Europeo al
Consiglio d’Europa, coadiuvato da Giuseppe Benagiano, già Segretario Generale
dell’International Federation of Gynecology and Obstetrics, per affermare la
dignità della persona umana e negare che a livello internazioanle possa
esistere il diritto di aborto.
«Nelle condizioni date, cioè
l’attuale situazione politica italiana e la concomitanza di diverse riunioni di
molti gruppi parlamentari, la presentazione è andata molto bene», dice l’on.
Volontè a La Bussola Quotidiana. «Erano infatti presenti più di una ventina di
deputati appartenenti a diverse forze politiche e i media hanno diffuso la
notizia in modo adeguato».
Qual è l’importanza specifica
della “Carta di San José"?
Si tratta a tutti gli effetti del
primo documento scientificamente e giuridicamente fondato, soprattutto e
anzitutto perché elaborato da esperti di ogni campo del sapere, che riafferma
laicamente e in ossequio ai dettati del diritto internazionale la dignità della
persona umana sin dal concepimento. In questo modo, la "Carta"
demolisce ogni tentativo delle lobby filoabortiste di affermare un qualunque
"diritto all’aborto", ancor più un "diritto umano
all’aborto"».
Perché il documento è importante
anche per il nostro Paese?
«Si è voluta presentare la
"Carta" anche in Italia analogamente a quanto fatto da molti tra
amici e colleghi in sedi parlamentari estere e negli organismi internazionali:
per esempio Austin Ruse, presidente dello statunitense Catholic Family &
Human Rights Institute, all’Onu, Anna Zaborska al Parlamento Europeo e io
stesso, attraverso una dichiarazione scritta, all’Assemblea Parlamentare del
Consiglio d’Europa. E questo per dare
continuità a una fondamentale azione pubblica di civiltà, confermando
l’importanza concreta degli articoli di cui si compongono i San José Articles
nella vita ordinaria dei diversi parlamenti nazionali».
Nel parlamento italiano esiste,
su questa tema, una sensibilità che va oltre gli schieramenti di partito?
«Assolutamente sì. La dignità di
ogni essere umano sin dal suo concepimento trova d’accordo sensibilità
politiche differenti. Al di là degli schieramenti partitici o delle convinzioni
religiose personali, il fatto che la scienza e che il diritto internazionale riconoscano
la dignità della persona sin dal suo inizio è un dato incontrovertibile e
raccoglie il consenso sia di laici sia di cattolici».
Qual è stato il suo ruolo
nell’introduzione in Italia della "Carta"?
«Il mio è stato un contributo
piccolo, ma ciò che mi ha mosso deriva direttamente alla mia esperienza di
parlamentare italiano e di Capogruppo del PPE al Consiglio di Europa. Trovo
infatti che il linguaggio e le argomentazioni utilizzate dalla
"Carta" siano molto utili in questi contesti, e ancor più possano
esserlo come strumenti "operativi" di azioni politiche e parlamentari
"positive" (proposte di risoluzioni o richieste di modifiche
legislative) o "difensive" (cioè volte a garantire e a tutelare i
princìpi fondamentali dalle aggressioni legislative di altri soggetti)».
Come proseguirà ora il cammino
della "Carta"?
«Il documento verrà usato come
strumento - e di grande efficacia - nella vita politica nazionale e
internazionale, e, auspicabilmente, anche nella vita culturale dei Paesi a cui
gli estensori, i firmatari e i sostenitori appartengono, così come negli
organismi internazionali in cui essi fossero eventualmente impegnati».
Un osservatore malizioso potrebbe
però dire i San José Articles sono in fin dei conti solo una ennesima
dichiarazione d'intenti, e cioè aleatoria poiché priva di reali consguenze
pratiche o di strumenti attuativi per poterne produrre…
«Quell’osservatore malizioso
farebbe bene a pensare così, ma nello stesso tempo dimostrerebbe di essere poco
attento alla realtà dei fatti degli ultimi anni. Infatti, se fino a qualche
anno fa un certo pregiudizio era giustificato, con realismo occorre dire che di
recente numerose cose sono cambiate. L’approvazione di un documento fortemente
impegnativo per la Promozione della Obiezione di Coscienza al Consiglio di
Europa di Strasburgo - il 7 ottobre 2010 - e l’approvazione di un primo
“limite” all’aborto on-demand sempre a Strasburgo quest’anno sono piccoli
segnali molto importanti. La stessa Corte dei Diritti Umani di Strasburgo
nonché la Corte di Giustizia del Lussemburgo stanno emanando sentenze molto
positive e rispettose della dignità del concepito. L’osservatore malizioso
guardi dunque ai fatti e nello stesso tempo funga da stimolo per operare sempre
meglio».
Quale messaggio vuole lasciare ai
nostri lettori su temi così decisivi?
«Oggi è sempre più il tempo del
coraggio. Abbiamo bisogno di politici coraggiosi nell’affermare i propri ideali
con ragione e, nello stesso tempo, è necessario che la miriade di associazioni
e di organi della buona stampa cristiana e cattolica esistenti stia vicina alla
politica».
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