mercoledì 21 dicembre 2011


20/12/2011 - IN OLANDA È STATA CREATA UNA VARIABILE DEL VIRUS CONTAGIOSA PER L'UOMO - Scoperta influenza aviaria killer Uccide il 60% dei contagiati - La pagina dell'Independent che ha lanciato la notizia - Il governo americano minaccia di frenare la diffusione della ricerca, http://www3.lastampa.it/

Un nuovo ceppo di influenza aviaria, contagioso per l’uomo per via aerea è stato creato in un laboratorio olandese. La notizia, diffusa nei giorni scorsi, ritorna alla ribalta sull'Independent: il governo americano sta valutando di mettere al sicuro la scoperta e di impedire la pubblicazione dello studio, per evitare che il virus possa diventare una terribile arma batteriologica.

«Il timore è che se si possa innescare una pandemia globale, i costi per il mondo potrebbero essere enormi». A dirlo è un consigliere scientifico del governo degli Stati Uniti che avrebbe parlato al giornale inglese, scegliendo però di restare anonimo. «L'ipotesi più estrema, in questi caso è peggio di qualsiasi cosa si possa immaginare. Ci sono aree della scienza in cui l’informazione deve essere controllata. Ad esempio le armi nucleari. Per l’influenza oggi è  possibile ricreare il virus; è una tecnologia abbastanza comune in molte parti del mondo. A patto di conoscere la sequenza genomica».  

I ricercatori olandesi hanno fatto una scoperta apparentemente semplice, cioè sono riusciti a mutare il virus dell’influenza aviaria H5N1 in modo che possa essere trasmesso all’uomo anche attraverso tosse e starnuti, e non solo con il contatto diretto con gli animali infetti. La diffusione di questa malattia avrebbe risultati devastanti per la salute perché l’aviaria per l’uomo è mortale nel 60% dei casi. Dal 1996 ad oggi gli ammalati sono stati circa 600 e si tratta di persone che hanno avuto un diretto contatto con animali infetti. Invece il numero degli uccelli  morti è spaventoso, si parla di milioni di esemplari.

Ron Fouchier, lo scienziato che ha coordinato le ricerche, per l’Erasmus Medical Centre di Rotterdam, che ora custodisce il virus sotto chiave, difende il suo studio definendolo importante per la ricerca medica: «Sappiamo controllare la mutazione, – ha detto dopo le pressioni di questi giorni – e in caso di bisogno possiamo arrestare il focolaio prima che sia troppo tardi».

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