lunedì 19 dicembre 2011


Lettere rubate, 18 dicembre 2011, http://www.ilfoglio.it/lettererubate/199

Affrontiamo la cosa: invecchierete comunque, a prescindere dalle quantità industriali di retinolo A che vi spalmate la sera, dagli idrossiacidi alfa e beta presenti nella crema idratante, dal numero di vitamine, dai sieri della gioventù cui fate ricorso, dalla quantità di verdure crude che mangiate ogni giorno. E inizierete a domandarvi perché mai i giovani fan e le schiere dei loro idoli sembrano più stupidi, volgari e odiosi di quanto non foste voi e i vostri beniamini. Considerate i capelli verdi, i piercing sulle sopracciglia e quei ganci da macellaio che si infilano nel naso come irrimediabilmente ripugnanti. Fondamentalmente, non avrete la più pallida idea di come stanno veramente le cose. I vostri figli adolescenti vi troveranno patetiche e voi non avrete nessuna fiducia in persone al di sotto dei trent’anni.
Elizabeth Wurtzel, “Sono una ragazza meravigliosa”

Come è evidente, questo libro è di dieci anni fa: il retinolo A appartiene al passato, e la maggior parte della ragazze con i piercing sulle sopracciglia li ha ormai tolti per andare a conoscere i genitori del fidanzato nella tenuta di campagna. Il tempo passa e ci scoraggia, e basta un attimo: ieri ci si chiudeva in camera urlando: vecchi! vecchi! vecchi! ai genitori trentottenni che non ci permettevano di andare in giro la notte, oggi ci si commuove per Fiorello che racconta l’eroismo dei genitori alle cinque del mattino in macchina davanti alla discoteca in attesa che la pischella esca, con i capelli stiratissimi dalla piastra. Anche senza figli adolescenti che ci trovano patetici (vaporizzati, sciallati, evapora, non t’accollà), anche con figli ancora piccoli che chiedono se per caso l’insalata faccia dimagrire (“Perché lo chiedi?”. “Perché tu la stai mangiando”), lo sguardo spietato dei ragazzini è un potente richiamo alla realtà. Adesso in Francia ci sono tutte queste signore, più di trentamila, e migliaia in altri paesi, che vanno in giro con protesi (seno finto) difettose che potrebbero bucarsi da un momento all’altro e perdere silicone, quindi sono molto arrabbiate e spaventate e hanno marciato (assai poppute) davanti al ministero della Sanità, dicendo che vogliono essere tutelate e che non sono affatto aspiranti soubrette “o peggio”. A parte lo snobismo che in Francia devono manifestare in ogni circostanza, disprezzando le siliconate anche quando sono siliconate in via di esplosione, pare che cinquecentomila francesi si siano rifatte il seno, perché, pur essendo le più magre in Europa occidentale, non sono mai contente e sono quindi grandi consumatrici di chirurgia plastica (nonostante tutti gli anatemi di Inès de la Fressange: “E’ meglio fare l’amore che gonfiarsi le labbra”). Si levigano, si gonfiano, si tirano (mica solo le francesi), e a una cena fuori a cui si abbia timore di avere l’insalata fra i denti ci si può agilmente specchiare in quelle fronti spaziose che riflettono la luce, quindi le persemprelucide hanno in realtà un’utilità sociale, perché si può lasciare con serenità la borsetta al guardaroba. Però, nonostante gli occhi continuamente stupefatti e le iniezioni, non sono più tanto giovani, e le pischelle e i pischelli lo sanno, dicono: buonasera signora, poi si chiudono in camera a ridere. Il divario generazionale non è una questione di rughe o di tette più o meno svettanti, e nemmeno di piastra compulsiva ai capelli: le pischelle si fanno continuamente la piastra e fanno saltare la luce quando in televisione c’è la Champions o “Come eravamo”, va bene, ma le maipiùpischelle fanno molto di peggio. Io ho comprato una spazzola elettrica agli ioni negativi che asciuga i capelli e dovrebbe ringiovanirli; la stavo usando, e ho visto una levetta con scritto da una parte: destra e dall’altra: sinistra. L’ho azionata mentre mi spazzolavo e ho rischiato di venire impiccata dalla spazzola, che ha fatto dei giri velocissimi su se stessa trascinandomi per i capelli verso l’alto e lasciandomi viva ma con un terzo dei capelli in meno, non ringiovaniti. Il divario sta nel tentativo di essere qualcos’altro: loro che si spalmano carrettate di eyeliner per sembrare più vissute, appena uscite da una notte folle, noi che cerchiamo di nascondere le occhiaie da insonnia nervosa (molte se le tolgono proprio, con dei buchi sotto gli occhi). La differenza è che loro non sono mai patetiche.

© - FOGLIO QUOTIDIANO
da Annalena

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