lunedì 19 dicembre 2011


Amore «al freddo» - Autore: Saro, Luisella  Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele - Fonte: CulturaCattolica.it, lunedì 19 dicembre 2011, http://www.culturacattolica.it

“Questa fantastica ronda della carne, questa lunga litania di nomi propri legati gli uni agli altri da un autem genuit: Abraham genuit Isaac. Isaac autem genuit Jacob. Jacob autem genuit Judam et fratres eius. Judas autem…, quando sento questa concatenazione di tre volte quattordici generazioni, mi commuovo fino alle lacrime. Più che qualsivoglia insegnamento morale. Persino più di molte parabolec. Perché è l’elemento tangibile della Storia, che passa per i sessi, che richiese patriarchi e matriarche: non una dottrina universale con concetti sovratemporali, ma questo e quello, Giosafat, Roboamo, Zorobabel e signore, tutta una catena di amplessi e di gravidanze per arrivare alla famiglia di Giuseppe in cui il Verbo si è incarnato.”
(F. Hadjadj, Mistica della carne. La profondità dei sessi, Medusa)
Notizia da San Marino: “Il Bioscience institute di San Marino si sta organizzando per offrire il servizio di ‘social freezing’, ossia il congelamento di gameti femminili da parte di donne senza malattie che vogliano rinviare una gravidanza a un altro momento della vita”. Costo dell’operazione - prelievo e conservazione sottozero - tremila euro. La cliente-paziente potrà recarsi al centro e ritirare dal freezer gli ovociti quando desidererà sottoporsi a fecondazione assistita.
Questa la notizia, ed ecco il messaggio tra le righe: per una gravidanza “c’è tempo” (prima il lavoro, la sistemazione, la carriera, gli hobby, i viaggi, le ‘avventure’…) ed è bene che la donna faccia i suoi calcoli e programmi come e quando avere un figlio; siccome è scientificamente provato che gli ovociti migliori vengono prodotti tra i 25 e i 30 anni, quand’è ancora giovane e sana è opportuno ne congeli un tot. Non si sa mai…
Leggo questa notizia in un articolo firmato da Patrizia Cupo sul “Corriere Romagna - San Marino” del 12 dicembre 2011 e penso che non mi piace un mondo così, il mondo verso il quale ci stiamo dirigendo nella colpevole indifferenza del politicamente corretto, della ricerca medico-scientifica senza se e senza ma, dell’autodeterminazione retta a sistema e del relativismo che legittima il “ciascuno faccia ciò che crede”.
Non mi piace e mi spaventa un mondo in cui non sappiamo più vedere la maternità come dono che ci sovrasta, ma crediamo sia una libera scelta della donna e un “bene” che deve appagare desideri spesso egoistici.
Fanno riflettere, a questo proposito, le parole del filosofo Hadjadj, tratte dal saggio Mistica della carne. La profondità dei sessi: «E’ molto duro essere un figlio desiderato. (…) Non appena il piccolo comincerà ad emanciparsi, la madre potrà sbattergli in faccia – una faccia i cui tratti saranno stati disegnati da lei insieme al genetista: “Sono io che ti ho voluto, non con gli occhi azzurri, come i fascisti, ma meticcio con gli occhi chiari, il pene da negro, il gene del medico ebreo, il cromosoma del sistema immunitario mai deficiente… Sono io che ti ho concepito, non solo come concepisce una madre, alla cieca, bensì come concepisce l’ingegnere, tracciando il proprio modello con la squadra, eliminando tutti i prototipi difettosi, adattandoti alla domanda, assicurandoti nell’ovulo un’avvenire professionale e sentimentale… E tu fai questo a me, a tua madre, e anzi al tuo creatore!”».
Non mi piace e mi spaventa un mondo in cui la creatura vuole farsi Creatore, e sostituirsi a Dio.
La scrittrice Mary Shelley aveva cercato di metterci in guardia raccontandoci le conseguenze delle azioni compiute dal dottor Frankenstein, ma, si sa, i romanzi sono storie inventate. E infatti la realtà sta superando, e di gran lunga, la fantasia…
Non mi piace e mi spaventa un mondo in cui si fanno e sempre più, probabilmente, i figli si faranno senza l’amore e il contatto con la carne di un uomo.
In un’epoca in cui la fascia protetta esiste solo a parole e a tutte le ore i media esibiscono e ostentano corpi, effusioni e “fusioni” senza più pudore, Antonello Venditti - antidiluviano - e il suo “non c’è sesso senza amore” sono stati relegati in soffitta, amore e intimità sempre più spesso seguono strade separate, e, nell’idea consumistica che ha intaccato anche i rapporti umani, il paradosso è che i corpi, apparentemente vicini, in realtà sono sempre più distanti, vuoi per l’uso dell’antizigotico calzino in lattice, vuoi perché le donne, ricorrendo alla fecondazione assistita e/o al “social freezing” i figli – Gianna Nannini docet – se li possono fare da sé. E pazienza se il bambino venuto al mondo in questo modo non potrà mai dire coiverunt ergo sum: copularono dunque io sono. Pazienza se non è frutto di un atto d’amore che ha coinvolto un uomo e una donna. Pazienza se quel figlio magari sarà per sempre senza padre. Avrà accontentato la voglia di sua madre. Tanto basta.
E così, quest’epoca apparentemente iper-sessuale in realtà si sta rivelando profondamente anti-sessuale, tanto che nell’era del “fai da te”, dei figli in provetta, degli ovociti congelati, delle banche del seme, degli uteri in affitto e delle gravidanze medicalmente assistite, anziché avvicinarsi, uomini e donne si allontanano sempre più. “L’amore più profondo implica una dimensione tattile”, ricorda invece il filosofo francese. “Non per nulla la Bibbia ordina di amare il proprio prossimo. Vicino e lontano sono determinazioni del tatto, più che della vista o dell’udito: posso vedere o udire una cosa a distanza, essa mi è vicina solo quando posso raggiungerla o esserne raggiunto. (…) Niente a che vedere con l’amore dell’umanità o la difesa dei diritti dell’uomo, che conducono a lotte igieniche e inoffensive. La filantropia si accontenta di una foto e manda un assegno; la carità esige la prossimità”. E, più avanti: “I Vangeli testimoniano del contatto carnale con la Parola. La loro scrittura continua a criticare lo scritto e perfino la semplice oralità. Essi conducono le labbra dalla lettura al bacio. La missione di Gesù consiste nel realizzare, attraverso il tatto, il dono che Dio già fece con la Torah. Egli impone le mani sui malati, si lascia toccare dall’emorroissa, preme la bocca sugli occhi del cieco, sputa in bocca al sordomuto. Di sicuro, uno così non verrebbe accolto a lungo in una famiglia perbene: per guarire il figlio balbuziente, gli metterebbe della saliva sulla lingua. (…) Ma con il Verbo fatto carne, non è in gioco, in primo luogo, un rapporto intellettuale, un’opzione morale o uno slancio affettivo. E’ in gioco un legame corporeo come un’effusione del suo seme che cresce, purché lo si lasci fare, come il feto nelle tenebre del grembo”.
Insomma: l’esplosione del sesso alla quale ci pare di assistere nella nostra società “libera” e senza tabù, sta decretando il suo svilimento, se non la sua scomparsa.
Perso il legame armonioso tra il carnale e lo spirituale, sganciati dall’amore, senza più apertura alla vita (e alla Vita), ridotti ad una concezione consumistica e tecnocratica, i “bollenti spiriti” probabilmente diventeranno virtuali. Roba da video-games. O, in attesa di tempi migliori, finiranno… in freezer pure loro. Magari proprio al Bioscience institute di San Marino.

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