sabato 26 maggio 2012


COME STANNO LE MAMME E I PAPA’ D’ITALIA? La RISPOSTA AI PEDIATRI IN TRINCEA. - L’ESPERTO: Carlo Bellieni, dirigente medico del dipartimento medico-infantile presso l’ospedale di Siena. - Elle - Aprile 2012 - 05.24.2012 · in Cooperator-Veritatis, http://coperatorveritas.altervista.org/

Non ho mai visto una generazione di genitori più ansiosi di quelli che oggi affollano gli studi dei pediatri. Perché è al pediatra di base che si confidano le proprie ansie e insicurezze nei confronti dei figli, e non solo riguardo ai sintomi fisici. Al limite, è il pediatra che consiglia un consulto da uno psicologo. Oggi il bambino è quasi sempre unico, frutto di una gravidanza rimandata fino a dopo i 30-35 anni. Non solo: quasi tutte le coppie sottopongono il proprio feto a controlli genetici doc, gratuiti dopo i 35 anni di età della madre. Insomma: è progettato e controllato ancora prima di nascere. “L’ho programmato fino ad avere una situazione ottimale per accoglierlo, gli ho persino fatto esaminare i cromosomi. E’ perfetto: non può deludermi”. Un peso fortissimo che graverà per tutta la vita su questi piccoli: è la sindrome del “sopravvissuto” a una selezione.
Le ansie riguardo questi piccoli “re della casa” arrivano presto: quasi sempre suo figlio è il primo neonato che una madre prende in braccio, mentre una volta il “maternage” si apprendeva guardando le zie, o la propria mamma con i fratelli maggiori. Scattano quindi le prime paure irrazionali, diffusissime fra le neomadri: “riuscirò a non farlo cascare per terra? Avrò abbastanza latte (e anche se fosse? Oggi nessun bimbo muore più di fame)?” Le gatte hanno cresciuto i loro cuccioli per millenni senza porsi problemi. Perché i genitori di oggi sì? Capisco l’incubo della morte in culla, per cui non c’è ancora purtroppo una cura preventiva, ma l’ossessione, moltiplicata per mille dalla tivù, della nuova influenza annuale è esagerata.
Passati i primi mesi di vita, il periodo della scuola d’infanzia e primaria è relativamente tranquillo: si delega quasi tutto alla tata o alla maestra-baby sitter. I genitori sono occupati a lavorare.
La seconda “fascia di età delle paure” invece, riguarda l’ingresso dei figli nell’adolescenza: l’ansia che incontrino amici che facciano provare loro sostanze pericolose, dalle droghe al tabacco all’alcool. Spesso dietro questi timori legittimi c’è però il grande spauracchio delle mamme: l’autonomia dei figli. Tanti problemi scolastici al liceo sono dovuti al conflitto fra la spinta naturale dei figli a crescere e il desiderio inconfessato dei genitori di tenersi stretti i “bimbi” fino a 30 anni. Senza contare che avere un ragazzo, e non più un bambino, in casa fa sentire “vecchi”. Ne conseguono gli errori più comuni dei genitori: non abituano i figli fin dalle elementari ad aiutare in casa, se il ragazzino prende un 4 in matematica non sgridano lui ma se la prendono con l’insegnante che non lo capisce (“ma come, l’ho progettato perfetto, non può essere colpa sua!”). Tendono a concedergli tutto, Internet senza controlli compreso-quello sì pericoloso- perché se un figlio ha già tutto a casa e tutto gli viene alla fine perdonato, chi glielo fa fare di andare a conquistarselo fuori, tentando la propria vita? E’ tipico: questi bambini “reucci” o diventano dei secchioni, per non deludere i genitori, o si trasformano in ribelli insopportabili, che è l’altra faccia della medaglia di fronte a genitori che, magari inconsapevolmente, non li lasciano andare. Ecco: davanti a tante mamme che si lamentano dei continui mali di testa a scuola del pargolo, dopo i dovuti controlli clinici che quasi sempre non rivelano disturbi organici, consiglio loro: affidategli delle responsabilità, a cominciare dall’apparecchiare in tavola. Non siate le loro “serve” o le loro taxiste anche quando hanno l’età per andare in piscina da soli. E’ la migliore aspirina.
Testimonianze
Marianna, mamma di Daniele, 12 anni
Mio figlio è il primo della classe, lo è sempre stato. Ed è primo anche in ogni sport a cui l’ abbiamo iscritto. Al pediatra chiediamo continui esami e controlli, con la scusa di avere il certificato di buona salute per la palestra. Io e mio marito non ammettiamo voti più bassi del “distinto”. Per questo, quando a scuola è arrivata una nuova docente di italiano che gli ha dato valutazioni più basse, siamo subiti andati a protestare. Tuttavia, mentre il padre criticava i metodi della nuova prof, io ho notato con stupore che, in un tema corretto dal punto di vista del contenuto e della sintassi, Daniele aveva piazzato ben sei erroracci di ortografia, di quelli da terza elementare. Come se ci fosse in lui un “cervellone” gonfiato a forza di studio e un bambino piccolo bisognoso di aiuto. Forse lo vediamo, e pretendiamo che sia, troppo perfetto?
Jenny, mamma di Matteo, 13 anni
Matteo è a casa con 40 di febbre da una settimana. Tutta colpa di un compagno “bullo” che gli ha rovesciato nella schiena il contenuto di una lattina di Coca Cola ghiacciata, in cortile, con un clima da 4 gradi sotto zero! Pare che mio figlio, a sua a volta, abbia l’abitudine di prendere in giro il compagno provocandone la reazione. Io ho fatto una scenata alla madre del teppistello: “non lo sai educare, tanto è vero che fai la badante, mentre mio marito è un dirigente d’azienda!” (commento del pediatra: il figlio imita la madre nell’esaltare i valori della ricchezza?)
Monica, 37 anni, mamma di Anita, un anno
In famiglia ci siamo vaccinati tutti contro l’influenza, mentre prima di diventare genitori non ci pensavamo neanche. Se ne sentono tante ogni inverno alla tivù! Ma il mio grande senso di colpa è di non avere avuto abbastanza latte per nutrire io mia figlia. Ho dovuto ricorrere alle giunte artificiali: che vergogna! Non l’ho mai detto alle mie amiche.

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