martedì 17 maggio 2011

LA SOLITUDINE DEL MEDICO TRA SUPER TECNOLOGIE E TAGLI, di Sergio Harari, Corriere Della Sera, 17 maggio 2011

Soli nelle corsie ospedaliere a decidere quando negare cure troppo costose, a che linea di chemioterapia fermarsi, quando intubare o meno un paziente, i medici temoho di ritrovarsi a decidere del destino dei loro malati abbandonati dal vuoto di una politica cho riduce le risorse ma non dice cosa fare. Tra bisogni di salute in crescita, tecnologie e terapie mediche sempre più moderne e costose e risorse economiche limitate, cosa succederà alla sanità di domani? L'Europa riuscirà ancora a garantire qual sistema pubblico gratuito e con alti standard assistenziali che l'hanno contraddistinta e che rappresenta uno dei suoi maggiori traguardi di civiltà? In questi giorni nei quali la scure dei tagli della Finanziaria si sta abbattendo sul nostro sistema sanitario, ne ricominciano a discutere economisti, medici, amministratori. I tagli degli sprechi possono migliorare un po' i conti ma sono lungi dal poter risolvere un problema ormai strutturale della sanità, difficile continuare a garantire tutto a tutti, continuare a far finta che la vita non abbia un prezzo è solo ipocrisia.
l nuovi modelli organizzativi ospedalieri, in stile 'Toyota, non é affatto detto che diano risposte efficaci ai nuovi bisogni assistenziali ultraspecialistici e sono subiti dai professionisti della salute con malcontento, prova ne sia la pioggia di dimissioni di primari registrate in questi mesi al Niguarda di Milano.
Cresce ovunque la demotivazione nella classe medica, ridotta ad una manodopera specializzata e schiacciata da una politica sempre più lottizzatrice e da amministrazioni lontane e dirigiste. La sfida per i medici é partecipare attivamente all'innovazione riaffermando in primis il merito al di sopra di intrallazzi politici e baronie, la scienza deve dare un segnale al Paese. L`introduzione di nuove terapie deve essere sostenuta da studi di superiorità (ovvero una nuova cura va favorita quando non solo é uguale alle terapie già in uso ma è superiore e garantisce un netto vantaggio per i malati) e, infine, é indispensabile promuovere una forte integrazione tra ricerca, assistenza e formazione.

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