«Parkinson, asma e autismo La colpa è anche dei virus» di Margherita
Enrico - 07 novembre 2011, http://www.ilgiornale.it
Quando nel 2002 consigliò a Giovanni
Paolo II un pool di antiossidanti a base di papaya biofermentata e glutatione
al fine di migliorare le sue condizioni di salute rese precarie dal Parkinson,
per Luc Montagnier iniziò una vera e propria tribolazione. Nonostante la cura
fosse fondata su saldi principi biochimici, incominciarono ad esprimersi dubbi
anche da parte di alcuni membri della comunità scientifica. Ma le ultime
ricerche condotte da un gruppo di studiosi italiani guidati dallo scienziato
Giampietro Nordera hanno dimostrato che l'efficacia della papaya sul Parkinson
e su altre malattie degenerative e neurodegenerative è reale. I risultati di
questo studio sono stati presentati venerdì scorso alla Camera dei Deputati,
davanti al ministro della Salute Ferruccio Fazio e al Presidente del Pontificio
Consiglio per gli Operatori Sanitari del Vaticano (il Ministro della Sanità
della Santa Sede) Zigmunt Zimowski, polacco e amico di Karol Woityla.
Una bella soddisfazione.
«I miei studi hanno sempre
cercato di stabilire la veridicità del potere degli antiossidanti, e in
particolare ho sottolineato gli effetti sorprendenti della papaya biofermentata
che ho constatato essere venti volte più potente della vitamina E, anche in
grado di stimolare le cellule del sistema immunitario con il compito di
sconfiggere le aggressioni esterne. Lo stress ossidativo nel processo di
invecchiamento è causa di malattie croniche che dobbiamo imparare a prevenire».
Se lo stress ossidativo ha un
ruolo così fondamentale perch´ non se ne parla di più?
«Perch´ purtroppo molti lo
sottovalutano, o non lo conoscono considerandolo un fattore inevitabile
correlato all'invecchiamento. Al contrario è una vera e propria sindrome e il
suo trattamento è fondamentale per vivere a lungo e in buona salute. I radicali
liberi, se prodotti in eccesso, finiscono per accumularsi nelle cellule
ossidandone i componenti e provocando danni irreversibili all'organismo. Oggi
abbiamo i mezzi e le conoscenze per misurarlo e contrastarlo».
Quindi ci ammaliamo perch´
invecchiamo?
«Il processo di stress ossidativo
inizia intorno ai 25-30 anni e si potrebbe tenerlo sotto controllo sin da
allora. Purtroppo, sono ancora troppe le persone che non lo conoscono che
dimenticano che la conseguenza più dannosa di questo inevitabile fenomeno è lo
sviluppo di malattie croniche. Verso i 40-50 anni iniziano a fare la loro
comparsa i fenomeni degenerativi e l'organismo è in generale atto a
neutralizzarli, disponendo di un certo numero di antiossidanti endogeni. Queste
difese naturali però non sono sufficienti e richiedono altri elementi
coadiuvanti che possiamo trovare negli anti ossidanti».
Ci dobbiamo preoccupare per il
futuro?
«L'ambiente che abbiamo creato e
deteriorato è sempre più favorevole all'emergere di nuovi agenti virali o
batterici. Nonostante il progresso le malattie infettive mietono molte più
vittime che non le guerre o le calamità naturali: 15 milioni di persone
all'anno in tutto il mondo, pari a un decesso su quattro».
Che tipo di infezioni?
«Infezioni respiratorie,
(polmonite e influenza), Aids, tubercolosi, malaria, salmonellosi ecc...
Gli studi recenti confermano la
possibilità che molte malattie mentali, psichiatriche come ad esempio
l'autismo, e le malattie croniche e degenerative possano avere un'origine
infettiva. Questi nuovi rischi non sono limitati ai soli paesi poveri, vittime
del sottosviluppo, ma sono la conseguenza di cambiamenti dell'ecosistema
imputabili all'uomo. E in questi casi i radicali liberi giocano un ruolo
fondamentale non solo nel promuovere lo stato di alterazione ma anche
nell'aggravarlo.
Dobbiamo temere anche per
l'influenza ora che inizia l'inverno?
«Se impariamo a rafforzare il
nostro sistema immunitario possiamo stare tranquilli».
Stiamo diventando immunodepressi?
«In ogni malattia infettiva
entrano in gioco un aggressore e un aggredito. L'aggressore è il germe,
l'aggredito il sistema immunitario. La medicina moderna si concentra essenzialmente
sull'aggressore: vaccini, sieri, antibiotici, antivirali funzionano a
meraviglia su tante patologie acute. Ma dimentica spesso che bisogna agire
prima che la malattia si manifesti. Bisogna concentrarsi di più sulla
prevenzione rafforzando il sistema immunitario».
Lei nonostante l'età è molto
attivo, viaggia molto, conduce ricerche in ogni parte del mondo, vive tra
Parigi e New York e ora anche Shanghai...
«Cerco di seguire un sano tenore
di vita facendo molta attenzione all'alimentazione ed evitando lo stress
psicologico. Assumo regolarmente la papaya fermentata, grazie alla quale non
subisco gli effetti dello stress legati agli spostamenti. Il jet lag per
esempio non so nemmeno cosa sia. Se pensiamo che durante ogni volo aereo siamo
sottoposti alla stessa quantità di radiazioni, dovuta ai raggi cosmici, di una
radioscopia, posso dire di essere veramente in forma. Per non parlare
dell'influenza che grazie alla papaya non contraggo da più di quindici anni».
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