martedì 15 febbraio 2011

In relazione all’adozione ai “single” di cui alla sentenza della Cassazione - L’esperta: «Una deriva molto pericolosa figlia dell’imperante ideologia di genere» - La sociologa De Nicola: «Colpendo la famiglia non si fa il bene della società», di Paolo Ferrario, Avvenire, 15 febbraio 2011

DA MILANO

«Questa sentenza mi rattrista, ma non mi sorpren­de di certo». Pri­ma o poi se l’aspettava anche in Italia una cosa del genere, Giulia Paola De Nicola, docen­te di Sociologia della famiglia all’Università di Chieti e atten­ta osservatrice di ciò che av­viene oltre i confini nazionali. «La Cassazione è in linea con la pericolosa china su cui pare incamminato l’Occidente», spiega la sociologa, reduce da un convegno in Spagna, paese dove le spinte laiciste stanno profondamente turbando la società.

A che cosa si riferisce?

All’ideologia di genere secon­do cui ciascuno, uomo o don­na che sia, è legittimato a sce­gliere il genere che più gli ag­grada. Una deriva davvero pericolo­sa.

Non ci vuole molto a capire che la vera “batta­glia” che s’intrav­vede sullo sfondo è aprire alle ado­zioni anche per gli omoses­suali.

Come contrastare questa pos­sibile deriva?

Insistendo sulla necessità che un bambino abbandonato o orfano abbia la possibilità di ricominciare una nuova vita in una famiglia, con una mamma e un papà.

Sul versante delle risorse, po­trebbe comportare ulteriori tagli ai fondi, già scar­si, desti­nati alla fami­glia?

Anche questo è un rischio possibile, che avrebbe ricadute negative sull’intera società. Laddove, in­fatti, la famiglia viene indebo­­lita, a patirne è la collettività. 

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