Allarme sulla Ru486: «Troppe complicazioni» - Lo studio - Le emorragie gravi sono 15 volte più frequenti dell'aborto chirurgico - Scienza & V/ita: sempre pericoloso banalizzare, di Enrico Negrotti, Avvenire, 10 maggio 2011
Ancora nuvole sull'utilizzo della pillola Ru486. Questa volta è uno studio australiano a mettere in allarme sulla minore sicurezza di questo metodo per la salute della donna rispetto all'intervento chirurgico per interrompere la gravidanza. E l'associazione «Scienza&Vita» mette in guardia dal banalizzare l'aborto. La notizia è racchiusa nella ricerca — pubblicata sulla rivista australiana dei medici di medicina generale Australian Family Physicians — che ha esaminato quasi 7000 aborti eseguiti tra il 2009 e il 2010 nello Stato dell'Australia meridionale. In Australia l'uso della pillola Ru486 è stato introdotto cinque anni fa ed è sempre più diffuso. I risultati emersi segnalano che le complicazioni conseguenti all'aborto chimico sono più frequenti di quelle dell'aborto come metodo chirurgico. I dati illustrati dalle autrici, Ea Mulligan e Hayley Messenger, sono riferiti al primo trimestre di gravidanza e indicano che ha dovuto rivolgersi ai pronto soccorso di un ospedale ii 3,3% delle donne che hanno usato la pillola Ru486, contro il 2,2% di coloro che avevano subito un intervento chirurgico. Più in generale l’incidenza di complicazioni gravi è apparsa più alta dell'aborto chimico. Prendendo come esempio l'emorragia grave, le autrici segnalano che si è verificata in due su 5823 pazienti sottoposte ad aborto chirurgico; mentre lo stesso problema é stato riscontrato in quattro delle 947 che hanno avuto aborti chimici. Il tasso di incidenza è stato quindi di una su tremila nel primo caso, di una su 200 nel secondo: quindici volte maggiore. I risultati spuntano uno degli argomenti più spesso ripetuti a favore dell'aborto chimico, secondo cui il rischio di complicazioni é minore o equivalente all'intervento chirurgico. Un dato che era già stato messo in dubbio da`un editoriale sul New England Journal of Medicine nel 2005 quando —
con nove morti registrate dopo aborto chimico, ora sono 19 — si era segnalato che la mortalità era 10 volte maggiore con il metodo chimico rispetto a quello chirurgico. «Le maggiori complicazioni osservate dopo l'assunzione della Ru486 e riponate dalla rivista Australian Family Physicians — ha commentato il ginecologo Lucio Romano, copresidente dell'associazione "Scienza&Vita" — confermano, indiscutibilmente, dati di letteratura scientifica già noti e su cui era già stato dato l’allarme me ancora prima dell'adozione della pillola abortiva in Italia».
«L'accertata alta incidenza di complicanze proprie dell'aborto chimico conclude Lucio Romano — contraddice, in tutta evidenza, le argomentazioni di coloro che, per varie ragioni, si sono fatti promotori di una pericolosa e avventata banalizzazione dell'aborto».
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