lunedì 16 maggio 2011

CURE DI SUPPORTO E DI FINE VITA: UNA DIFFERENZA IMPORTANTE
Pubblicato il 16 maggio 2011 da http://www.blogscienzaevita.org/

Intervenendo sulle problematiche sorte al proposito del significato dell’alimentazione e dell’idratazione assistite in un programma assistenziale di cure palliative, ritengo che un tentativo di chiarezza sia necessario.

Innanzitutto riflettiamo sul ruolo delle cure palliative nel paziente oncologico in relazione alle attuali possibilità terapeutiche della malattia oncologica.

È ormai un dato certo che il percorso diagnostico-terapeutico del paziente oncologico è spesso lungo e frammentato, potendo  intercorrere anni dal momento della diagnosi al raggiungimento dello stadio di in guaribilità. In altre parole, la progressione della malattia oncologica è caratterizzata da un rapido declino dello stato funzionale solo negli ultimi periodi di vita: pertanto, un intervento precoce,  per anticipare i bisogni e controllare i sintomi, risulta assolutamente necessario.

A tal proposito, vale la pena citare un articolo apparso di recente sul “The New England Journal of Medicine”, dal significativo titolo: “  Early Palliative Care for patients with Metastatic non-small-cell lung cancer”, in cui si dimostra come l’anticipazione delle terapia palliative nel tumore polmonare non solo migliora la qualità della vita, ma aumenta in maniera significativa la sopravvivenza.

Allora, forse, parlare in senso lato di cure palliative è da ritenersi riduttivo e non aderente alla reale evoluzione della malattia oncologica.

Più realistico appare, a mio parere, rapportarsi al termine “Cure di supporto” per riferirsi a tutte le terapie in grado di intervenire sui sintomi intercorrenti del paziente oncologico in tutto il periodo di malattia, mentre per “Cure di fine vita” possono intendersi quelle praticate ad un malato ormai inguaribile, ma con un’aspettativa di vita ancora quantificabile in settimane o mesi e con il termine “Assistenza al morente” l’accompagnamento ed il sostegno nelle ultime ore di vita.

Accettando queste definizioni, che esprimono quanto clinicamente è evidente a chi opera nell’assistenza al paziente oncologico, appare evidente che l’alimentazione e l’idratazione assistite debbano fare parte delle cure che eticamente, deontologicamente, culturalmente ed umanamente debbano essere assicurate come parte integrante del progetto assistenziale caratterizzante sia le “Cure di supporto”, sia le “Cure di fine vita”.

Arturo Cuomo,  Responsabile Struttura Dipartimentale di Terapia Antalgica – Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori “G. Pascale” – Napoli

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