Addio al ticket sanitario - Arriva la franchigia, PAOLO RUSSO, 12/05/2012,
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In soffitta i vecchi ticket e
basta assistiti con redditi da urlo ma esenti solo perché affetti da una
patologia cronica. Via libera invece al nuovo sistema di pagamento «a
franchigia» all'insegna della formula «pagare meno ma pagare tutti». Ad
annunciare la rivoluzione dei ticket questa volta non sono le elaborazioni dei
tecnici ma il Ministro della Salute in persona.
«Stiamo pensando a una forma di
franchigia che avrebbe tanti vantaggi e lavorando per ridurre gli svantaggi,
presto formalizzeremo una proposta compiuta», annuncia Renato Balduzzi da
microfoni di Radio Anch' io, facendo capire alle Regioni che il Governo è
pronto a giocare la carta delle nuove franchigie già nel 2013, anticipando così
di un anno l'incasso dei 2 miliardi attesi per il 2014 dall'aumento dei ticket.
Il sistema della franchigia, ha sottolineato il Ministro, «risolverebbe il
problema delle esenzioni non legate al reddito» e risponderebbe ai criteri di
«trasparenza, equità e tendenziale omogeneità». Idee già messe nero su bianco dall'Agenas,
l'Agenzia dei servizi sanitari regionali del ministero, che ha elaborato la
proposta partendo dal constatazione che oggi quasi un italiano su due è esente
dai ticket. Così chi paga e ha bisogno di sanità oggi sborsa trai 500 e i mille
euro l'anno. Troppo per poter pensare a ticket ancora più pesanti. Ecco allora
le franchigie legate al reddito Isee di un importo pari al tre per mille del
reddito. Quota che potrebbe aumentare per incamerare 2 miliardi in più. Al 3
per mille un pensionato con soli 10 mila euro pagherebbe i primi 30 euro di
spesa sanitaria poi più nulla. Un lavoratore con 40 mila euro pagherebbe una
franchigia di 120 euro, un professionista con 100 mila euro di reddito
pagherebbe fino a 300 euro. Il sistema funzionerebbe scalando l'importo a
carico dell' assistito dalla tessera sanitaria. I correttivi ai quali stanno
lavorando gli uomini del Ministro sono quelli di modulare il reddito in base al
numero dei componenti della famiglia e alla presenza di anziani e disabili,
mentre si ipotizza di scalare dalla quota a carico dell'assistito anche parte
delle spese sostenute privatamente. Questo per evitare la fuga degli assistiti
con redditi più alti proprio verso la sanità privata, lasciando invariati i
costi di quella pubblica.
Sui nuovi ticket per ora le
Regioni fanno orecchie da mercante ma intanto guardano con sospetto la
decisione dell'Economia di bloccare il riparto dei 108 miliardi di fondo
sanitario nazionale. Il timore è che la scure di Bondi sulla spesa per beni e
servizi porti da subito a un taglio di 2 miliardi. Del resto lo stesso Balduzzi
ha annunciato che «già nelle prossime settimane si potrà disporre di una
codificazione dei prezzi medi di riferimento per migliaia di tipologie di
acquisto». «E chi se ne discosterà - ha aggiunto - pagherà dazio».
In attesa di nuove sforbiciate il
Governo ha intanto approvato un disegno di legge che consentirà ai titolari di
farmacia di mantenere la direzione dell' esercizio anche dopo i 65 anni di età,
senza essere costretti ad attribuirla a un altro professionista, come previsto
dal decreto sulle liberalizzazioni. Colpo di spugna anche al limite dei 40 anni
di età per partecipare ai concorsi per ottenere una farmacia.
Nel frattempo il Tar di Reggio
Calabria dichiara «irragionevole» il divieto di vendita di buona parte dei
farmaci a pagamento nelle parafarmacie e chiama la Corte Costituzionale ad
esprimersi. Decisione accolta con favore da Presidente della federazione delle
Parafarmacie, Giuseppe Scioscia che però denuncia: «gli sconti sui medicinali
previsti dal decreto restano una chimera in quasi tutte le farmacie».
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