L’avvocato cieco cinese sfidò la multinazionale dell’aborto - Ipocrisia
occidentale: elogi a Chen e aiuti alla «pianificazione demografica» di Gianfranco
Amato, 11 maggio 2012, http://www.avvenire.it
È passata alla storia l’immagine
fotografica di quel ragazzo cinese, soprannominato Tank Man, che solo e
indifeso, con una busta nella mano sinistra e la giacca nella mano destra, è
riuscito a fermare una colonna di carri armati, durante la celebre protesta di
piazza Tienanmen. Ventitré anni dopo quell’episodio, un altro cinese, Chen
Guangcheng, è riuscito a mettere sotto scacco i rapporti diplomatici delle due
più grandi potenze della Terra: gli Stati Uniti e la Repubblica popolare
cinese. Tutto ciò da solo, e per giunta in una condizione di disabilità.
Della vicenda Avvenire si è
occupato con ampiezza nei giorni scorsi, mettendo in luce ciò su cui altri
hanno invece sorvolato: Guangcheng, cieco dalla nascita, è un avvocato
autodidatta affiliato ai chijiao lushi (letteralmente «avvocati a piedi nudi»),
una rete di legali che si batte per i diritti dei deboli e degli indifesi nella
Cina comunista, e in particolare contro la famigerata jihua shengyu,
(letteralmente «politica del figlio unico»), sinonimo di sterilizzazione e
aborto forzati, col corollario delle interruzioni di gravidanza selettive.
Nel 2005 ha persino osato
organizzare una class action contro la città di Linyi, nella regione dello
Shandong, a causa della scellerata politica demografica abortista del governo
cinese, e contro ogni forma di «pianificazione familiare» forzata. Non si
tratta proprio di battaglie politicamente corrette. Eppure Chen ha sempre
ricevuto l’attenzione e il sostegno, tra gli altri, del British Foreign Secretary
e del governo britannico.
Lo stesso governo che, però,
foraggia con milioni di sterline l’associazione eugenetica Marie Stopes
International, una multinazionale dell’aborto che, tra l’altro, ha una
prestigiosa ed elegante sede a Pechino, presso il quartiere Chao Yuan, al n.172
della Bei Yuan Road, e vanta di avere come «major partner» strutture pubbliche
cinesi, tra cui le Commissioni della pianificazione demografica dello Jiangsu,
dello Xian, dello Henan, nonché il Centro distrettuale per il controllo delle
malattie di Qingdao Shinan, l’Ufficio sanitario della città di Baoshan,
L’Ufficio provinciale per
l’educazione e la prevenzione dell’Aids del Guangxi, e l’Ufficio provinciale
per il problema dell’Hiv dello Yunnan. I programmi futuri di Marie Stopes
International in Cina prevedono, tra l’altro, l’apertura di tre nuove cliniche
nel Dongsuan e nello Zhengzhou, la consulenza alle cliniche gestite dalla
Commissione della pianificazione demografica del Guizhou, e l’organizzazione di
corsi di educazione sessuale nelle scuole per bambini di lavoratori immigrati
nella città di Pechino.
È stato pure notato che nel
maggio 2010, mentre il povero Chen languiva in prigione, il ministro cinese
delle Politiche demografiche, Li Bin, è stato ricevuto con tutti gli onori
negli uffici londinesi di Marie Stopes International, a riprova degli stretti
rapporti di collaborazione e della stima reciproca.
Una piccola rivincita, però, Chen
Guangcheng se l’è involontariamente presa contro l’organizzazione abortista
britannica che porta orgogliosamente il nome di una delle più inquietanti
figure nel campo dell’eugenetica del XX secolo, Marie Stopes, autrice di
Radiant Motherhood (1920) in cui si invoca la sterilizzazione «dei soggetti
totalmente inadeguati alla riproduzione», e The Control of Parenthood (1920),
vero e proprio manifesto degli eugenisti, in cui si teorizza il concetto di
«purificazione della razza».
Chen ha dimostrato agli eugenisti
ispirati dalla Stopes che anche i «difettosi», quando non vengono eliminati,
sono capaci di grandi battaglie, di sfidare i potenti della terra, e di
vincere. E così facendo, l’umile e cieco avvocato cinese ha dimostrato di
possedere una capacità di visione infinitamente superiore ai dieci decimi.
In realtà, il vero risultato
dell’azione eclatante di Chen Guangcheng è aver messo in luce l’ipocrisia
dell’Occidente che, per appiattimento sull’ideologia del family planning e amore
del business, si limita a una blanda critica del genocidio perpetrato dal
governo cinese. Quando non arriva a dare consigli, e concludere affari anche in
questo campo.
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