mercoledì 29 dicembre 2010

«La ricetta Usa fa cadere gli alibi in Italia» - Il sottosegretario Roccella: «Dietro le misure assunte da Obama e spacciate per diritti civili c’è la volontà di risolvere problemi come la spesa sanitaria» - DA ROMA  Gianni Santamaria, Avvenire, 29 dicembre 2010

Eugenia Roccella, sottose­gretario alla Salute con delega sui temi etici, va in vacanza a New York. E si trova anche lì lavoro da sbrigare. Col­pa di Barack Obama e della sua modifica ai regolamenti sanita­ri, con i quali si dà ai medici mandato di promuovere il living will tra i pazienti ultrasessanta­cinquenni. Una scelta che non piace all’esponente del governo italiano.

Quale elemento negativo si in­troduce con questa misura?

È la prova che la tanto sbandie­rata autodeterminazione altro non è che eterodeterminazio­ne. Difatti nei Paesi dove l’euta­nasia è regolata per legge, come l’Olanda, è emerso che statisti­camente il 70% delle decisioni non viene dal malato. È eviden­te che dietro queste misure c’è una volontà di risolvere in mo­do improprio altri problemi, co­me quello della sostenibilità dei sistemi di welfare sanitario. Pen­siamo a quanto accadde con l’e­pidemia di influenza. Venne e­manata una direttiva secondo la quale determinate categorie di pazienti venivano dopo altre. Non a caso in fondo c’era chi a­veva fatto dichiarazioni antici­pate di trattamento.

E a casa nostra?

Da noi il dibattito portato avan­ti da certa cultura laica è anco­rato a paradigmi vecchi. Si ar­gomenta in termini di diritti ci­vili. Invece, la questione di oggi, su cui non ci si dovrebbe divi­dere, è come preservare la di­gnità dell’umano.

Cosa rispondete, dalla maggio­ranza, ai finiani?

Rivendicano un’interpretazio­ne dell’identità nazionale anco­rata ai valori cattolici. Bene, il primo banco di prova sarà pro­prio la legge sul fine vita, a par­tire dalla calendarizzazione in aula. E lì che si misurerà la ca­pacità di tutte le forze politiche di affrontare quei nuovi rischi per l’integrità dell’umano di cui parlavo. Con un approccio non ideologico e improntato a una laicità adulta. Senza chiarezza sui temi della vita non è possi­bile costruire vera solidarietà, né rendere concreto e attuale il richiamo alle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa.

Da noi si dibatte anche sull’in­troduzione di registri per le di­chiarazioni anticipate nei mu­nicipi. Ultimo caso a Livorno. Cosa ne pensa?

Su questo siamo intervenuti co­me ministeri del Welfare, della Salute e degli Interni, al quale e­rano arrivate richieste di chia­rezza in proposito da parte dei Comuni. Si tratta, va ribadito, di dichiarazioni senza alcun valo­re. Questo supera anche la preoccupazione di alcuni espo­nenti politici, per i quali la leg­ge sul fine vita può servire a e­vitare disomogeneità nelle va­rie regioni. Situazione che non si può verificare.

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