domenica 24 aprile 2011

Embrioni, la vita non si surgela - Per il magistero della Chiesa la crioconservazione non rispetta l’essere umano ed espone a gravi rischi. L'adozione pone vari problemi» anche se é lodevole nelle intenzioni di tutela, di Giacomo Samek Lodovici, Avvenire, 21 aprile 2011

La posizione della Chiesa in merito ai dibattiti sul modo eticamente giusto di trattare gli embrioni congelati dopo la fecondazione artificiale è esposta, specialmente, nell'istruzione Dignitas personae (d'ora in poi Dp) del 2008.
L'architrave di Dp è l'incommensurabile preziosità dell'uomo, che è persona dal concepimento e a cui pertanto va riconosciuta un'inviolabilità assoluta. In tal senso, i progressi nel campo della generazione «sono certamente positivi quando servono a superare o a correggere patologie», ma sono negativi [. . .] quando implicano la soppressione di esseri umani o usano mezzi che ledono la dignità della persona» o quando calpestano «la specificità degli atti personali che trasmettono la vita», Perciò, la Dp biasima decisamente la fecondazione artificiale sia perché i suoi insuccessi comportano la morte di un numero impressionante di esseri umani, sia perché dissocia la procreazione dall'atto coniugale, «La procreazione umana è un atto personale che non sopporta alcun tipo di delega sostitutiva», pena trasformare la generazione di una persona in una fabbricazione, che la riduce al rango di cosa, di prodotto, invece che rispettarla e onorarla nella sua dignità.
Questa fabbricazione è attuata da atti di terze persone «la cui competenza e attività tecnica determinano il successo dell’intervento; essa affida la vita e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della tecnica sull'origine e sul destino della persona umana. Una siffatta relazione di dominio é in sé contraria alla dignità e all'uguaglianza che dev'essere comune a genitori e figli».
Quanto alla crioconservazione degli embrioni, essa è, di fatto, un congelamento di uomini, dunque è anzitutto «incompatibile con il rispetto [loro] dovuto»; inoltre «li espone a gravi rischi di morte o di danno per la loro integrità fisica, in quanto un'alta percentuale non sopravvive alla procedura di congelamento e di scongelamento; li priva almeno temporaneamente dell'accoglienza e della gestazione materna; li pone in una situazione suscettibile di ulteriori offese e manipolazioni».
Ma come agire con questi esseri umani già congelati? Qualsiasi loro utilizzo é gravemente malvagio, perché li tratta come cose, come materiali e, da ultimo li uccide. Circa poi il controverso tema dell'adozione di questi embrioni, Dp fa un breve accenno, dicendo che essa é «lodevole nelle intenzioni di rispetto e di difesa della vita umana», ma rappresenta tuttavia vari problemi» non dissimili da quelli della fecondazione eterologa.
Quest’ultima lede, per esempio, il diritto di un uomo di scoprire la sua identità rispondendo alla domanda «chi sono?» (tale risposta dipende molto dal conoscere e crescere con i propri genitori biologici), e quello di conoscere le malattie che potrebbe ereditare, ed espone al rischio di sposare, senza saperlo, dei fratelli.
Insomma, per Dp, «le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile».

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