mercoledì 20 aprile 2011

Staminali, network online - L'associazione First lancia una piattaforma per mettere in rete i risultati significativi dei ricercatori italiani, da Milano Enrico Negrotti – Avvenire, 19-APR-2011

La ricerca italiana sulle cellule staminali mesenchimali cresce e segna nuovi progressi, puntualmente registrati al terzo convegno dell'associazione First (Forum of italian researchers on mesenchymal and stromal stem cells), svoltosi ieri a Milano. All'insegna della trasparenza e della condivisione, First punta a creare una piattaforma online permettere in rete i risultati più significativi, ha riferito la presidente Lorenza Lazzari (Policlinico di Milano): «La comunicazione sul web ci permette di promuovere incontri periodici interattivi tra tutti i ricercatori impegnati in questo campo, favorendo anche quei giovani Italiani che,'pur portando avanti ricerche all’avanguardia, continuano ad avere nel nostro Paese ancora scarsa visibilità». E tre di loro sono stati premiati ieri per le loro ricerche.
Particolare interesse dalle relazioni sug1i ultimi progressi – per lo più preclinici - degli studi sulle cellule staminali mesenchimali. Patrizia Bossolasco (fondazione Matarelli, Università di Milano) ha riferito di uno studio, realizzato in collaborazione con l'Auxologico di Milano e il Mondino» di Pavia, che ha mostrato le potenzialità rigenerative in vitro e in vivo (sui ratti) delle staminali mesenchimali da midollo osseo per il morbo di Parkinson:
«Non si differenziano in neuroni dopaminergici, ma hanno un effetto protettivo sulla neurodegenerazione e nell'animale hanno mostrato la capacità di stimolare la neurogenesi endogena». Benedetta Bussolati (Università di Torino) ha illustrato gli esperimenti che, nell'insufficienza renale acuta, utilizzando «vescicole» che contengono materiale genetico preso dal rene danneggiato aiutano le cellule a rigenerarsi. Da Giorgio Te. renghi (Università di Mancliester) le notizie sulle ricerche con cellule mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo, che inserite in un biopolimero che unisce i nervi danneggiati da un incidente ne favoriscono la rigenerazione. Massimiliano Gnecchi (Policlinico San Matteo di Pavia) ha evidenziato che dall'infusione di staminali mesenchimali nel cuore, si ottengono fattori che proteggono il miocardio che possono essere studiati per diventare farmaci.

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