«Pass» contraccezione nei licei della Francia di Daniele Zappalà, Avvenire, 5 maggio 2011
La fine della legislatura si avvicina, e in Francia cresce di nuovo la tentazione politica di usare l’accesso alla contraccezione e all’aborto in chiave elettorale. Cresce lo scetticismo presso associazioni ed esperti di diverso orientamento davanti a soluzioni elaborate dai partiti politici in ambiti complessi come l’educazione sessuale dei più giovani e l’aborto.
Dopo essersi a lungo opposto, il governo del presidente Sarkozy ha appena deciso di sostenere i cosiddetti «pass contraccezione», lanciati nel 2009 a livello regionale da Ségolène Royal, l’ex candidata socialista all’Eliseo. Si tratta di carnet gratuiti che i liceali possono impiegare per consultare autonomamente medici generalisti, ginecologi, ostetrici, centri di planning familiare, così come per sottoporsi a esami clinici o per ottenere contraccettivi.
Nell’Ile de France, la regione della capitale governata dai socialisti, l’iniziativa è stata appena lanciata con clamore tacitando i dubbi degli specialisti. I pass potrebbero essere adottati in tutto il Paese anche se il dibattito sui rischi familiari, psicologici e sociali è stato finora in gran parte evitato, come denuncia un numero crescente di voci non solo cattoliche. A molti i "messaggi pedagogici" che accompagnano i pass paiono insufficienti. Fra i rischi più evocati, l’isolamento dei giovani in particolare rispetto alla famiglia. Educatori e psicologi temono che col «pass» il dialogo fra genitori e figli possa spezzarsi, soprattutto nei contesti familiari più fragili.
Nei grandi media a rompere il silenzio sui «pass» è stato un intervento sul Figaro di Jean-Eude Tesson, presidente del Cler, fra i principali organismi nazionali sulle questioni familiari. Per l’esperto oggi l’autentica priorità è un’altra: «Andare al di là degli approcci puramente "igienisti"», accettando la sfida «di informare i giovani ma anche di accompagnarli partecipando alla loro educazione affettiva, di aiutarli a riflettere sul senso della loro vita e ad acquisire il senso di responsabilità, del rispetto di sé e degli altri».
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