Stati vegetativi, un'altra «rivoluzione» - Uno studio italiano getta luce sui meccanismi del cervello di questi pazienti e apre una via a diagnosi certe, Avvenire, 14 maggio 2011
La scienza ha fatto un altro passo avanti, sugli stati vegetativi. E stavolta lo ha fatto "in casa", precisamente nel Dipartimento di Scienze Cliniche dell'Università di Milano, dove da anni il professor Marcello Massimini lavora sui pazienti con distrubi di coscienza dell'Università di Liegi, e dell University College of London. Lo studio di Massimini, pubblicato ieri sulla prestigiosa rivista scientifica "Science", riguarda la possibilità di diagnosticare il tipo di danno cerebrale presente nei pazienti apparentemente privi di coscienza grazie all'uso di un elettroencefalogramma ad alta
densità e un prot. di stimolazione acustica, il ricercatore e il suo team sono infatti stati capaci di distinguere i pazienti in stato di minima coscienza da quelli in stato vegetativo. I primi, infatti, attivano processi cerebrali del tutto simili a quelli dei soggetti sani: innanzi a un rumore, o ha un suono, Ie varie parti del cervello si coordinano tra loro,
"parlandosi" e “rispondendosi".
Nel caso dei pazienti in stato vegetativo, invece, questo tipo di "comunicazione" non esiste, anche se il cervello ha sempre delle reazioni agli stimoli acustici. Secondo Massimini, i risultati di questo lavoro confermano l'ipotesi che la
coscienza dipenda «da un dialogo continuo e bidirezionale» a livello cerebrale. Più concretamente, lo studio accende una nuova luce sul mistero di pazienti per troppo tempo ritenuti "morti" dalla scienza e dalla medicina e garantisce sempre più sicurezza sulle diagnosi che li riguardano, anche queste nel 40% e più dei casi — secondo le ultime ricerche — del tutto errate.
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