lunedì 4 marzo 2013


Il conformismo omosessuale e il pericolo per chi si oppone -  2 marzo, 2013 - http://www.uccronline.it

Gay Pride

Lo storico Ernesto Galli della Loggia, editorialista de Il Corriere della Sera, con il suo articolo del 30 dicembre 2012 non ha voluto soltanto esporre la sua importante visione contro il matrimonio e le adozioni per persone dello stesso sesso, ma ha imbracciato anche una giusta battaglia contro il conformismo gay degli intellettuali e la violenza a cui la maggioranza omosessualista sottopone costantemente la minoranza critica.

Lo ha spiegato bene con un suo secondo articolo del 23 gennaio 2013, replicando alle varie reazioni che ha suscitato il suo intervento da laico, una di queste -scritta da una deputata del PD, Cristiana Alicata – lo ha definito addirittura «intellettuale proto-nazista», confermando appunto l’intolleranza omosessulista.

Galli della Loggia ha spiegato che il conformismo omosessuale è evidente in quanto «nell’intero Occidente, l’opinione ultramaggioritaria degli intellettuali, in linea di principio, dalla parte delle rivendicazioni dei movimenti omosessuali». Questo perché? Non certo per avere ragioni adeguate dalla loro parte ma, spiega l’ordinario di Storia contemporanea Galli della Loggia, «per una ragione ovvia, e cioè che gli intellettuali occidentali, da quando esistono, amano atteggiarsi a difensori elettivi di ogni minoranza la quale si presenti come debole, oppressa, o addirittura perseguitata: al modo, per l’appunto, in cui di certo è stata storicamente, specie nei Paesi protestanti, la minoranza omosessuale». E chi la pensa diversamente, «esita tuttavia a dirlo chiaramente. Per la semplice ragione che non ama sottoporsi al giudizio negativo che una tale affermazione gli attirerebbe immediatamente da parte dei suoi simili. Perlopiù, infatti, gli intellettuali non temono affatto il giudizio della gente comune (che anzi assai spesso si compiacciono di contrastare); temono molto, invece, quello del loro ambiente, degli altri intellettuali». Infine ha spiegato come sostenere l’agenda LGBT porti anche un florido business economico, al contrario -ha spiegato- «ad alcun presidente della Apple o più modestamente della Fiat sia mai venuto in mente di presenziare al Family Day. Chissà perché».

A questo secondo articolo, oltre ad un articolo infantile e delirante comparso su Il Fatto Quotidiano -ma chi si aspetta più qualcosa di serio da loro?-, ha replicato l’omosessuale Ivan  Scalfarotto, vicepresidente del PD . Peccato che Scalfarotto abbia ovviamente stravolto e rigirato l’articolo di Galli della Loggia mostrando il solito noioso aspetto vittimista dell’omosessuale discriminato, e infatti l’editorialista de Il Corriere ha definito «semplicemente disgustoso (oltre che inefficace e stucchevole) questo modo di vista di sostenere il proprio punto di vista e le ragioni degli omosessuali, il quale lungi dal fondarsi su argomenti concreti e dati di fatto, mira esclusivamente a colpevolizzare l’interlocutore facendogli dire cose che non si è mai sognato di dire e presentandolo come un cripto-nazista».

Completamente condivisibile la chiusa di Galli della Loggia: si vuole dare «a credere, insomma, che se si è contro l’adozione da parte delle coppie gay allora si è necessariamente a favore del loro linciaggio. Tutto ciò lascia la sgradevole impressione che al fine di ottenere con successo, le legittime, sacrosante campagne del movimento gay, più che di convincere il pubblico cerchino solo di chiudere la bocca a chi la pensa diversamente».  Lo sanno benissimo, purtroppo, Melanie Phillips, il sindaco di Madrid Alberto Gallardon, gli abitanti del Nord Carolina, il senatore Ruben Diaz Sr, il padre di famiglia Adrian Smith, l’imprenditore Dan Cathy e tanti altri che hanno messo a repentaglio la loro incolumità fisica per aver espresso un’opinione contraria al mainstream omosessuale.

L’editorialista di “Spiked online”, Brendan O’Neill, lo ha evidenziato perfettamente su “The Telegraph”: «il matrimonio gay è diventato uno strumento attraverso il quale i settori benpensanti della società esprimono la loro superiorità morale su coloro che ritengono vittime del lavaggio del cervello, provinciali disadattati e frequentatori di chiese. Il matrimonio gay è diventato una sorta di arma per dimostrare chi è meglio, chi è evoluto. Sostenere il matrimonio gay è diventata una sorta di guerra culturale, un modo di distinguersi dalla folla ignorante. Essere contro il matrimonio gay può ora essere visto quasi come un atto di ribellione politica, contro una élite lontana che teme e detesta chi non è come lei».

Nessun commento:

Posta un commento