mercoledì 13 marzo 2013


In Arkansas vietato uccidere dopo le 12° settimane -  13 marzo, 2013 - http://www.uccronline.it/

12 settimane

Lo stato americano dell’Arkansas (USA) ha approvato una legge che proibisce l’aborto dopo le 12 settimane di gravidanza, ovvero quando diventa possibile ascoltare i battiti cardiaci del feto con apparecchiature ad ultrasuoni.

La scienza medica procede ed è ormai impossibile continuare ad ignorare che nel dibattito sull’aborto ci sono in gioco due esseri umani, la madre e il concepito, il quale non ha meno diritti soltanto perché l’occhio umano ancora non lo vede. Le leggi abortiste, anche quella italiana, obbliga la donna a non uccidere il concepito dopo un certo termine ma, come la scienza mostra, l’individuo umano unico e irripetibile è tale fin dal concepimento.

In ogni caso quella dell’Arkansas è la legge più restrittiva nei confronti dell’interruzione di gravidanza mai approvata negli Stati Uniti da quando la Corte suprema americana ha dato il via libera all’aborto nel 1973. La misura è stata varata dal Parlamento statale, che dall’inizio dell’anno è controllato dai repubblicani, con maggioranze tali da superare persino il veto del governatore dello Stato, Mike Beebe e grazie anche all’appoggio di non pochi democratici.

I gruppi Usa abortisti hanno annunciato ricorsi anche a livello federale, sostenendo che la legge contraddice la storica sentenza Roe Vs Wade pronunciata dalla Corte suprema Usa. Ma esiste già una importante sentenza, quella della Corte Suprema dell’Alabama, che nel febbraio 2012 ha sfidato proprio la Roe Vs Wade sostenendo che gli assunti di tale legge sono ormai sorpassati dalla stessa medicina e dalla medesima embriologia, essendo trascorsi ben quarant’anni di ricerche, studi ed approfondimenti medici, giuridici e filosofici sul punto.

Un’altra buona notizia dagli USA arriva dal Mississippi, dove anche l’ultima clinica per aborti sta per essere chiusa. Ha infatti ricevuto una notifica di revoca della licenza in quanto non riesce a soddisfare i requisiti sanitari minimi richiesti dalla legge. Negli ospedali pubblici non ci sono fortunatamente medici che vogliono uccidere un essere umano. Anche il altri Stati americani la situazione è simile: in South Dakota, North Dakota e Arkansas esiste solo una clinica per aborti disponibile.

Negli USA il rispetto per la vita umana continua a crescere ed esponenzialmente aumentano anche le violenze reazionarie contro i pro-life. In questi ultimi mesi non si hanno notizie di aggressioni fisiche che hanno invece caratterizzato il 2012, tuttavia nel Texas, ad esempio, un piccolo cimitero dedicato in memoria dei feti umani uccisi con l’aborto è stato trovato completamente danneggiato il 26 gennaio 2013. A Chicago, invece, venti persone hanno spezzato e gettato nella spazzatura 500 bandiere blu e rosa che alcuni studenti avevano chiesto di poter posizionare nel giardino della DePaul University, la più grande università cattolica della nazione, in memoria del 40° anniversario della legalizzazione dell’aborto. Le bandiere rappresentavano il numero dei bambini non nati abortiti ogni giorno.

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