23 ottobre 2013 di Leone Grotti
«Io non ho paura e sono pronto ad andare in prigione perché sono nato libero e voglio morire libero». Parla così a tempi.it Michel Villedey (nella foto), sindaco di Thorigné-d’Anjou, piccolo comune francese di mille abitanti situato nel dipartimento del Maine e Loira, dopo che il Consiglio costituzionale ha negato la libertà di coscienza ai sindaci francesi. Ora saranno obbligati a celebrare i matrimoni gay, dal momento che l’alternativa è il carcere, una pena pecuniaria, la rimozione o la sospensione dall’incarico.
Come giudica la decisione del Consiglio costituzionale?
Pessima, visto che Costituzione francese e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo riconoscono la libertà di coscienza, quindi non capisco perché il Consiglio ce l’ha negata a ha ritenuto di non inserire nella legge Taubira una clausola sull’obiezione di coscienza. Secondo il Consiglio una legge della Repubblica si deve applicare per tutti, e questo è giusto, ma come aveva promesso anche il presidente Hollande deve essere fatto nel rispetto della coscienza dei sindaci.
Perché?
Perché siamo eletti dal popolo anche in base alle nostre convinzioni e il popolo deve essere rispettato. Inoltre, come avevamo proposto con il Collettivo dei sindaci per l’infanzia, anche il prefetto può celebrare i matrimoni gay. Basta farlo fare a loro. Infine, è la nostra Costituzione, come ho già detto, a prevederlo.
E allora perché il Consiglio ha deciso diversamente?
Perché ha subito pressioni fortissime dal governo, dal presidente Hollande, dal ministro della Giustizia Christiane Taubira e dal ministro degli Interni Manuel Valls. Il loro obiettivo è quello di toglierci la libertà ma io sono nato libero e voglio morire libero.
Quindi?
Quindi se persone dello stesso sesso verranno a chiedermi di sposarli io dirò loro che questo è contrario alle mie convinzioni e che non lo farò.
Lo sa che rischia il carcere?
Lo so, se vorranno mettermi in prigione, ci andrò. Non ho paura.
La battaglia per l’obiezione di coscienza è persa?
No, non è persa. Io non credo che il governo voglia diventare settario come sembra ora. Noi non abbiamo niente contro gli omosessuali: io ho molti amici gay, ma non per questo li sposerei. Gli omosessuali, del resto, sono una minoranza di francesi e quelli tra loro che vogliono davvero le nozze sono solo una piccola minoranza della minoranza. Io sono pronto ad andare in prigione, ma mi chiedo: che interesse hanno a condannarmi? Sarebbe una decisione stupida in base a un’ideologia stupida.
Come porterete avanti questa battaglia?
La decisione ora tornerà al Consiglio di Stato, che deve verificare se le nostre richieste sono legittime. Poi andremo alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Noi non abbiamo paura, ci batteremo per la nostra libertà di pensiero e coscienza e non penso che sia nell’interesse del governo trasformare la Francia in un regime terrorista e ideologico come in passato.
@LeoneGrotti
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