martedì 15 ottobre 2013

Nuovo studio: omogenitorialità porta all’insuccesso scolastico, 14 ottobre, 2013, http://www.uccronline.it/


Omogenitorialità


Come ha spiegato lo psicologo e psicoterapeuta Domenico Simeone, docente di Pedagogia generale presso l’Università degli Studi di Macerata, quando si affronta la tematica delle adozioni per le coppie dello stesso sesso «non è in discussione la capacità di cura che possono avere le coppie omogenitoriali quanto piuttosto l’articolazione delle relazioni che i figli possono stabilire. Molti studi mettono in guardia sulle difficoltà che i bambini che crescono con persone dello stesso sesso possono incontrare».

Di questi studi, citati dal dott. Simeone, ce ne sono davvero tanti e abbiamo voluto raccoglierli in una pagina apposita su questo sito web. In questi giorni ne è uscito un altro e ancora una volta i quotidiani principali non ne hanno parlato (come non hanno voluto parlare di quanto accaduto ai figli di David Tutera, famoso conduttore televisivo americano e del suo compagno omosessuale).

Si tratta di una delle prime comparazioni su larga scala tra i figli di genitori dello stesso sesso ad altri tipi di genitori sul rendimento scolastico che di per sé è un buon indice di capacità di apprendimento, di relazione e di maturità raggiunta dell’adolescente. Si intitola “High school graduation rates among children of same-sex households“, l’autore è Douglas W. Allen, docente di Economia alla Simon Fraser University ed è stato pubblicato sulla rivista accademica peer review “Review of Economics of the Household”. Il prof. Allen ha confrontato su larga scala la genitorialità omosessuale, le famiglie monoparentali e genitori non sposati di sesso opposto basandosi sui dati del censimento canadese del 2006. Il Canada è ritenuto un Paese gay-friendly, le coppie dello stesso sesso sono state riconosciute fin dal 1997 e le nozze gay dal 2005.

I dati raccolti hanno mostrato che i bambini cresciuti da coppie gay e lesbiche hanno avuto solo il 65% di probabilità di ottenere il diploma delle scuola superiore rispetto ai bambini cresciuti in famiglie naturali con due genitori di sesso complementare, ovviamente confrontati per reddito e istruzione dei genitori simile. I figli di coppie dello stesso sesso hanno avuto anche tassi di diploma più bassi rispetto ai figli di genitori single. I dati sono drammatici in particolare per le adolescenti: «le ragazze che attualmente vivono in una famiglia gay hanno solo il 15 per cento di probabilità di diplomarsi rispetto a ragazze che vivono con genitori sposati di sesso opposto», ha scritto l’autore. E solo il 45 per cento delle probabilità se crescono con due donne lesbiche.

Intervistato per “Mercatornet”, il prof. Douglas W. Allen ha spiegato di aver risposto per la seconda volta ad uno studio di Michael Rosenfeld pubblicato su “Demography” nel 2010, il quale aveva analizzato la progressione scolastica dei bambini cresciuti con coppie omosessuali negli Stati Uniti, non trovando alcuna differenza con quelli cresciuti con coppie tradizionali. Il prof. Allen, assieme a Catherine Pakaluk, Joseph Price, verificò i risultati scoprendo diversi errori e mancanza di precisione e, ripristinando il campione utilizzando la tecnica statistica di controllo per la stabilità delle famiglie, ha scoperto che i bambini delle famiglie dello stesso sesso avevano circa il 35% di probabilità in più di fallire nel percorso scolastico. «Dopo il mio commento apparso su “Demography”», ha rivelato Allen, «la mia università ha ricevuto diverse lettere (inviate al rettore, a vari amministratori e a molti dei miei colleghi), chiedendo che io fossi licenziato». Questo nel 2010, oggi ha invece voluto verificare se in Canada i risultati fossero simili o differenti ed è apparsa una situazione abbastanza speculare a quella americana.

Come ha spiegato Pietro Zocconali, presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi (ANS), «i bambini sono dotati di grande capacità di adattamento, tuttavia, sulla base della letteratura scientifica disponibile vivono meglio quando trascorrono l’intera infanzia con i loro padri e madri biologici. Il bambino riconosce se stesso e il proprio futuro rispecchiandosi e relazionandosi al maschile e al femminile di una madre e di un padre, biologici o adottivi. In assenza di questa diversità sessuale il benessere del bambino è a rischio, come dimostra la stragrande maggioranza dei dati raccolti dalla più validata letteratura psico-sociale a livello mondiale e non da quattro sofismi artatamente richiamati dalla comunità gay e privi di riconoscimento scientifico».

La redazione

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