Tre è il numero perfetto. Deve forse aver pensato questo il governatore democratico della California Jerry Brown quando settimana scorsa ha firmato una legge che permette di riconoscere la potestà di tre e più genitori su un unico bambino. La legge nasce dalle situazioni strampalate poste in essere dalle relazioni omosessuali. Infatti la norma viene in aiuto a quei padri biologici che hanno donato il proprio seme al fine di permettere a coppie omosessuali di accedere alla fecondazione eterologa ma che, fino a ieri, non potevano avanzare nessuna pretesa di riconoscimento su quel figlio della provetta. Nel 2011 la Corte suprema aveva dovuto occuparsi del caso di una coppia di lesbiche che dopo aver avuto il loro bebè con l’eterologa si erano lasciate in modo burrascoso. L’una era finita dietro le sbarre, l’altra in ospedale. A chi dare il bambino? Si era rifatto vivo il padre biologico, cioè il donatore di sperma, ma senza risultati: il piccolo fu affidato alle cure di una nuova famiglia.
Il governatore Brown invece pare che abbia scoperto l’uovo di Colombo: per evitare che il figlio dell’eterologa venga sottratto alle coppie omosessuali e per non scontentare nessuno, affidiamolo a tutti e tre. «Alla corte serve la capacità di riconoscere questi cambiamenti – ha commentato Mark Leno, senatore democratico omosessuale - affinché i bambini possano essere supportati da quegli adulti che giocano un ruolo centrale nell’amare e prendersi cura di loro. È importante che i giudici abbiano la capacità di apprezzare il ruolo di tutti i genitori». Una legge che risponde alle “modifiche della struttura familiare” e che viene incontro al benessere dei pargoli anche qualora uno dei genitori decidesse di lasciare gli altri: più scialuppe di salvataggio ci sono meglio è.
Messa così suona bene e pare che, per i bambini, tre sia meglio di due. Ma in realtà, come ha sottolineato il Capitol Resource Institute, per la crescita armonica dei figli questi hanno bisogno solo di due genitori e di sesso differente. La decisione allora non è altro che un’ennesima mossa politica per appoggiare l’ideologia gay.
Ed infatti cosa ti va a scrivere il Fatto Quotidiano svelando gli altarini nascosti? «Si aprono nuovi scenari: due genitori dello stesso sesso non saranno costretti a ricorrere a sconosciuti per procreare, attraverso, ad esempio, l’utilizzo dell’utero in affitto (pratica legale e diffusa negli Usa), ma potranno includere nel nucleo familiare amici o coppie che contribuiranno alla messa al mondo e alla crescita dei figli». Insomma la donna che offre l’utero potrà decidere di far parte della “famiglia”.
Inoltre la legge apre il varco alla poligamia e poliandria: se un bambino può avere più genitori legali perché questi non possono essere legati tra loro anche da vincoli coniugali? E poi questa norma trova curiosi e sinistri addentellati con il concetto di “famiglia allargata” già presente in Occidente da un paio di decenni almeno: una “famiglia” nata con l’assemblaggio di cocci di precedenti legami matrimoniali e non andati in frantumi. Più che “famiglie allargate”, a dire il vero, queste paiono comunità di persone disintegrate/disperate.
Infine questa decisione del governatore Brown offre un’ottima sponda alla propaganda omosessualista. “Voi cattolici e benpensanti – potrebbe obiettare l’attivista gay - ci avete sempre detto che il bambino non può crescere serenamente con due genitori omosessuali perché ha bisogno della figura maschile e di quella femminile. Con questa soluzione eccovi accontentati: la nostra famiglia avrà anche un padre e una madre, all’occorrenza”.
Tutto questo ci fa comprendere come l’ideologia di genere non ha di mira banalmente il “matrimonio” omosessuale, bensì l’annientamento dello stesso concetto di famiglia, termine che dovrà sparire dai vocabolari come le parole maschio, femmina, papà e mamma. Infatti nel concetto di genitorialità multipla, come abbiamo notato, potranno far parte anche eterosessuali. Ma ben venga se questo aiuta a mettere in naftalina la famiglia naturale. Il fine qui non è soltanto puntare alla diffusione dell’idea che l’orientamento sessuale ognuno se lo sceglie delle tonalità che vuole e che tale orientamento deve essere tutelato nei suoi “diritti” di espressione come ad esempio nel diritto di coniugio, qui anche il concetto di nucleo familiare evapora per far posto a nuovi e liquidi insiemi relazionali costruiti secondo i propri desideri e utilità.
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