L'originaria possibilità sancita dalla legge 40 che riconosceva alle coppie di essere aiutate nel processo di fecondazione nei casi di difficoltà della stessa, la cosiddetta Fecondazione Omologa, aveva una sua ragione d'essere: infatti tale legge consentiva alle coppie, comunque fertili, di avere maggiori possibilità di averefigli geneticamente propri. Un diritto questo che, vedi quello che sarebbe avvenuto all'Ospedale Pertini e sul quale è stata aperta un'inchiesta da parte della magistratura, può purtroppo dare problematiche non indifferenti nel caso, sempre possibile, dell'errore umano. Con genitori che si ritrovano con embrioni di figli non loro e che a quel punto vogliono lo stesso riconoscere come propri e genitori naturali che, a loro volta e altrettanto giustamente, reclamano come naturalmente propri.
La recente decisione della Consulta di dichiarare incostituzionale proprio la norma della legge 40 in quanto vietava la Fecondazione Eterologa ovvero l'impianto di un embrione derivante da donatori esterni è arrivata come un fulmine a ciel sereno in quella che era già una situazione normativa precaria e non esaustiva.
Tale decisione è, a giudizio di molti rappresentanti della Chiesa ma anche di diversi ricercatori laici, totalmente errata e foriera di drammatiche conseguenze. Il fatto è che, in una società come la nostra, deviata e deviante, si è evidentemente persa non solo la concezione dei valori che fondano la vita umana ma, quel che è peggio, anche la percezione della realtà e dei fatti che la rappresentano. Innanzitutto va constatato come in questa stessa società convivano concezioni etiche e della vita in generale fra loro assolutamente inconciliabili e questo sicuramente è un problema grave, anzi gravissimo, che può portare a guerre ideologiche in grado di destabilizzare lo stesso tessuto sociale.
Da una parte infatti il mondo cristiano e non solo, che vede e concepisce la vita come un dono di Dio e quindi, in quanto tale, le riconosce una precisa dimensione di sacralità e di inviolabilità. Dall'altra parte della barricata un mondo laico ma soprattutto laicista che, essendo agli antipodi di questa concezione, pensa che la vita non sia un dono, neppure della natura, ma semplicemente un diritto da esercitare sempre e comunque con piena discrezionalità, fino al punto di negare la stessa vita nel caso questa possa ledere in qualche modo i propri diritti, vedi aborto e quanto ne consegue. Secondo questa concezione, che appare a prima vista aberrante, la vita diventa inevitabilmente oggetto di una mercificazione che finisce col trasformare quella stessa vita in un semplice bene di consumo che noi possiamo decidere di acquistare o meno in base a precise caratteristiche preconfezionate.
E' ovvio come queste due concezioni non possano permettere una civile convivenza sociale perché finiscono con lo spaccare il paese in due fronti contrapposti, ognuno dei quali non ha nessuna intenzione di farsi governare da leggi che non riconosce come sue. Il problema è che tra i due schieramenti il più attinente alla realtà della natura e dei fatti che questa ci mostra con evidenza è quello contrassegnato dalla fede in un Dio creatore e nei principi assoluti che da Lui discendono e che vediamo applicati puntualmente nella natura che ci circonda. Parliamo appunto di natura perché questa benignamente fornisce ai nostri occhi miopi le prove di quali siano appunto le leggi su cui si regge l'universo e la vita che di questo ne è la ineluttabile e logica conseguenza. La natura ha fornito l'uomo e la donna, ma il discorso è ovviamente allargabile all'intero universo animale, di particolari apparati riproduttivi in grado di combinarsi tra loro per garantire, in modi spesso incredibili, il concepimento della vita, vita intesa fin dalla primissima decuplicazione cellulare.
La nostra civiltà, ovvero le forze sociali che da tempo si ostinano a negare quanto avviene sotto i loro occhi, pensano invece che sopra tutto ci sia il diritto "sovrumano" dell'uomo di fare e disfare a proprio piacimento quello che fa parte dell'ordine naturale delle cose. Diritto tanto assoluto da divenire più importante della stessa vita, degradata in questo modo, dalla condizione di dono a semplice diritto esercitabile nei termini e nei tempi che l'uomo pensa di decidere dall'alto della sua "piccolezza". Dopo che, con le unioni gay e soprattutto con il diritto loro già riconosciuto in alcuni paesi di avere figli in adozione, si è leso il diritto sacrosanto dei bambini di avere un padre e una madre, ora, con il riconoscimento della fecondazione eterologa, si è infranta anche l'ultima barriera: quella del diritto altrettanto sacrosanto dei bambini di avere un padre e una madre naturali.
Riportiamo a questo riguardo alcuni passi a nostro giudizio illuminanti dell'omelia che il Cardinal Betori,Arcivescovo di Firenze, ha tenuto qualche giorno fa sull'argomento, omelia che conferma in modo netto e con assai maggiore autorevolezza quanto noi andiamo sostenendo. "Dopo aver eclissato il ruolo educativo e dopo aver oscurato, fino alla scomparsa, la figura del padre quindi, correlativamente quella della madre, siamo testimoni di come se ne vogliano attentare fin le basi biologiche con una scissione tra dimensione corporale e psicologica delle persone che mina alla base l'identità stessa dell'umano. Cosa ne sarà dei figli a cui sarà negato conoscere i loro genitori ovvero se ne offriranno due contraddittorie e contrastanti figure? C'è qualcuno che vorrà spiegarci come dalla riduzione materialistica della comprensione del mondo ora si sia passati al suo opposto, alla negazione senza limiti, che vorrebbe far coincidere la propria volontà di potenza con la realtà fattuale...è il trionfo dell'individuo e l'eclissi della famiglia..." . A questa illuminante riflessione che a nostro giudizio non travasa meramente dal dettato dottrinale cristiano ma affonda in una corretta, e per questo, universale, interpretazione e lettura delrapporto uomo-natura, aggiungiamo quanto lo stesso Papa Francesco ha detto alcuni giorni orsono riguardo alla famiglia: "...occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia con un papà e una mamma". Sarà questo il terreno su cui la nostra coscienza sarà chiamata a dare battaglia nel prossimo futuro.
Riportiamo a questo riguardo alcuni passi a nostro giudizio illuminanti dell'omelia che il Cardinal Betori,Arcivescovo di Firenze, ha tenuto qualche giorno fa sull'argomento, omelia che conferma in modo netto e con assai maggiore autorevolezza quanto noi andiamo sostenendo. "Dopo aver eclissato il ruolo educativo e dopo aver oscurato, fino alla scomparsa, la figura del padre quindi, correlativamente quella della madre, siamo testimoni di come se ne vogliano attentare fin le basi biologiche con una scissione tra dimensione corporale e psicologica delle persone che mina alla base l'identità stessa dell'umano. Cosa ne sarà dei figli a cui sarà negato conoscere i loro genitori ovvero se ne offriranno due contraddittorie e contrastanti figure? C'è qualcuno che vorrà spiegarci come dalla riduzione materialistica della comprensione del mondo ora si sia passati al suo opposto, alla negazione senza limiti, che vorrebbe far coincidere la propria volontà di potenza con la realtà fattuale...è il trionfo dell'individuo e l'eclissi della famiglia..." . A questa illuminante riflessione che a nostro giudizio non travasa meramente dal dettato dottrinale cristiano ma affonda in una corretta, e per questo, universale, interpretazione e lettura delrapporto uomo-natura, aggiungiamo quanto lo stesso Papa Francesco ha detto alcuni giorni orsono riguardo alla famiglia: "...occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia con un papà e una mamma". Sarà questo il terreno su cui la nostra coscienza sarà chiamata a dare battaglia nel prossimo futuro.
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