giovedì 14 ottobre 2010

il malato - «Sì a una cura che non uccida altre vite» di Elena Molinari – Avvenire, 14 ottobre 2010

Jeremy Tree da dieci anni non si perde un convegno sulla medicina rigenerativa. Ha 60 anni e da 10 è ammalato di Parkinson. Alla tre giorni di Detroit si è entusiasmato per i progressi della ricerca, anche se quella per la cura del Parkison è arrivata per ora solo alla sperimentazione sugli animali. Alle conferenze ci va però non solo per partecipare alle presentazioni scientifiche, bensì per seguire anche il dibattito etico sull’uso delle cellule derivate da embrioni umani. Che, a suo dire, non andrebbero usate.

Cosa l’ha colpita di più del convegno di Detroit?

«Sono rimasto sbalordito da quello che si sa su come le cellule estratte da molteplici fonti si comportano, sviluppano e trasformano. Le prospettive per il futuro sono buone, e spero che questa ricerca porterà velocemente allo sviluppo di terapie farmacologiche o di trattamenti che stimolino la produzione di dopamina nel cervello».

E del dibattito etico cosa pensa?

«Ho osservato la discussione sulla ricerca che usa cellule staminali embrionali e mi sono chiesto, ancora una volta, che cosa farei se una potenziale soluzione alla mia malattia risultasse dall’uso di embrioni. Ancora una volta ho concluso che spero di avere la forza di decidere di non procedere con una tale cura».

Perché?

«Ci sono molti giovani, qui, molti studiosi e ricercatori che lavorano anche come insegnanti.

E sono stato colpito dal bisogno per la nostra cultura di trasmettere alle prossime generazioni un sano rispetto per la vita. Negli ultimi 40 anni abbiamo visto una progressiva caduta nell’universo delle conseguenze indesiderate.

Pensiamo ad esempio alla fertilizzazione in vitro. Chi avrebbe pensato quando quelle tecniche sono state avviate che saremmo arrivati alla biodifferenziazione degli embrioni che vengono impiantati nel grembo di una madre dopo essere stati selezionati in base a quale sarebbe migliore per ottenere una nuova vita? O al loro congelamento per futuro uso? O che la legalizzazione dell’aborto sarebbe risultata negli Usa negli aborti tardivi, dopo sei mesi di gravidanza?»

In cosa consiste il massaggio che pensa sia importante trasmettere alle nuove generazioni?

«Che bisogna dare a questo argomento maggiore e attenta considerazione. Qual è la risposta a dare alla ricerca di una vita migliore? È solo la scoperta di una cura o anche la necessità di passare ai giovani una cultura migliore? Quando sento parlare di ricerca sulle cellule staminali embrionali o adulte sento dire che possiamo farle entrambe.

Non la vedo così. Mi sembra importante prendere una decisione per la vita. In molti casi la risposta migliore è la più difficile, ma mi sembra di capire che in questo caso i soldi stanno già andando dove ci sono i risultati, che è nel campo della staminali adulte. Forse allora possiamo prendere la decisione moralmente migliore e allo stesso tempo alleviare i problemi delle persone con disabilità».



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