giovedì 7 ottobre 2010

La crisi della famiglia - di Giulia Tanel del 07/10/2010, in Cultura e società, dal sito http://www.libertaepersona.org
La famiglia è in crisi, sotto molteplici aspetti.
Da un lato abbiamo giovani coppie che non si sposano più, preferendo “unioni liquide” sottostanti alla logica di mercato “soddisfatti o… ti mollo”, oppure che giungono al matrimonio solo in età avanzata, dopo fidanzamenti eterni.

“Mi sposo o vado a convivere? Che garanzia ho che il nostro amore sarà eterno?”
Nessuna garanzia, se la logica che spinge al matrimonio è di tipo edonistico ed egoistico. Spiacente di rompere la bolla delle illusioni, ma l’unione coniugale non è conosciuta per essere tutta rose e fiori: dopo la prima settimana di matrimonio (ma anche dopo il primo giorno, in certi casi), i difetti dell’altro colpiscono in pieno viso in tutta la loro evidenza. Di fronte a questa doccia fredda, le possibili reazioni sono due: o si segue la propria logica edonistica ed egoistica per cui con un “arrivederci e grazie” si pone fine a quell’unione che doveva essere veicolo di felicità, oppure ci si guarda negli occhi e, proprio in virtù di un profondo amore reciproco, ci si rimbocca le maniche e ci si sacrifica l’uno per l’altro. E’ vero che nella celebrazione ci si “prende” come marito/moglie, ma è altresì vero che bisogna anche essere disposti a donarsi l’uno all’altro affinché tale affermazione solenne sia valida: senza questo presupposto, infatti, sarebbe una frase contraddittoria.
Il matrimonio come palestra di vita, quindi. C’è chi, più fortunato, vi arriva dopo quel breve ma intenso allenamento al sacrificio che è il fidanzamento. Altri, invece, giungono all’altare totalmente fuori forma e, se non hanno dalla loro dei valori e delle convinzioni solide, dopo pochi chilometri crollano, soprastati dall’acido lattico e dalla fatica.

“Ma perché vale la pena sposarsi al giorno d’oggi?”
Il matrimonio è utile sia per i due fidanzati che si sposano, che per l’intera società.
Infatti, tale unione ha la virtù di costringere i due novelli sposi ad interrogarsi seriamente sulle proprie responsabilità, inducendo alla maturazione; ed è, inoltre, utile anche alla società perché conferisce stabilità e consente alla ipotetica prole della coppia novella di crescere in un ambiente che garantisce dei solidi riferimenti da un punto di vista affettivo, ma non solo. I nuovi problemi comportamentali di cui soffrono sempre più bambini ed adolescenti sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, molto spesso la causa di certi atteggiamenti è rintracciabile proprio nella mancanza di certezze nelle quali sono cresciuti i figli delle persone separate o divorziate: costantemente sommersi da regali materiali ma, ahimé, mancanti di vere attenzioni. E, allora, quale metodo migliore del fare sciocchezze per farsi notare dai propri genitori?

Se sono sposato/a perché dovrei fare figli?

Anche in questo caso l’ottica con cui vedere le cose è duplice: economica e personale.
Da un punto di vista prettamente finanziario, l’attuale “inverno demografico” (oltre il 50% delle famiglie è senza figli) porterà inevitabilmente l’Italia al collasso; per ora i figli degli immigrati stanno salvando la situazione, ma se la politica del non fare figli non subirà una svolta, il futuro si prospetta piuttosto plumbeo. Generare figli è necessario per far girare l’economia e per garantirsi un futuro: saranno infatti loro a pagare le pensioni della classe d'età dei loro genitori. Inoltre, banalmente, chi ha dei figli avrà almeno qualcuno che lo andrà a trovare all’ospizio (un figlio unico di certo non potrà permettersi di tenere in casa il proprio genitore malato)…
Non bisogna poi dimenticare che il fare figli è anche utile anche a se stessi e alla coppia. E’ vero, avere un bambino piccolo da accudire comporta molti sacrifici, ma è anche fonte di innumerevoli gioie: personalmente non ho ancora mai sentito nessun genitore dire di essersi pentito di aver messo al mondo una nuova creatura. Inoltre, anche la coppia può trarre benefici dall’arrivo di un bambino: se da un lato si è faticosamente costretti a rivedere i propri equilibri, dall’altro si ha sotto gli occhi, tangibile, il frutto del proprio amore.

“I figli costano ed arrivare alla fine del mese diventa di giorno in giorno una corsa ad ostacoli sempre più impegnativa!”
E’ vero, alcune recenti ricerche testimoniano che molte famiglie vorrebbero avere altri figli, ma che non li fanno perché non possono permetterselo da un punto di vista economico: il numero medio di figli per donna si attesta attorno all’1,2, mentre il numero medio di figli desiderati sarebbe 2,13.
Nel marzo del 2010 il “Centro internazionale studi famiglia” (Cisf) ha presentato i risultati di un’indagine biennale dal titolo “Il costo dei figli”. Da tale ricerca è emerso che il costo mensile di mantenimento di un bambino tra gli zero e i cinque anni si aggira attorno ai 317 euro e che il 35,3% della spesa familiare media mensile è destinata ai figli a carico.
Le cifre sono impegnative, inutile negare l’evidenza. Ecco perché è molto importante che lo Stato arrivi a capire la reale importanza del fare bambini, cercando di incrementare il più possibile i servizi a sostegno della maternità, dell’infanzia e degli adolescenti. Le spese investite in tali settori, infatti, non sono uscite senza ritorno, ma costituiscono un investimento per il futuro del Paese. Purtroppo però, la gerontocrazia vigente sembra pensare più alla propria poltrona e al proprio portafoglio che al bene dell’Italia intera.

“La famiglia è la patria del cuore”, diceva Mazzini: questa volta non possiamo che dargli ragione.



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