In Europa la libertà di coscienza vale per tutti. Eccetto i cristiani
gennaio 22, 2013 Davide Rondoni - http://www.tempi.it
Tratto da clandestinozoom.it Uno può pensare il peggio possibile dei cristiani. O dei finlandesi, o dei gay o degli amanti del bridge. Ma una delle acquisizioni della civiltà moderna – o che così ama chiamarsi- era l’intangibilità della coscienza personale. Principio su cui si basa anche la scelta individuale di una donna di ricorrere all’aborto, come sancito in molte leggi.
Però ora apprendiamo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sancito che per i cristiani non vale lo stesso principio che vale per gli altri. La loro coscienza forse vale di meno.
La sentenza con cui si sono condannati alcuni funzionari pubblici che in base al principio di obiezione di coscienza si erano astenuti da certe prestazioni (e non si stava parlando certo di servizi essenziali o di emergenza) stabilisce in modo scandaloso che certe coscienze hanno meno diritti di altre.
Se questa è l’Europa laica che ci aspetta, beh, qui siamo in presenza di uno dei peggiori assolutismi mai apparsi nella storia. E forse a tutti i politici che in queste ore si appellano all’Europa come a un criterio “insindacabile” di valore politico forse qualche dubbio potrebbe venire. A meno che l’Europa sia, in nome del dio euro, una teocrazia travestita e dura da cui i devoti a un altro Dio devono guardarsi.
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