Viaggio nel coma dalla Lituania un film già cult di Federica Gregori ◗ TRIESTE – Avvenire, 23 gennaio 2013
Casco di elettrodi calcato sul
capo, a mollo in una sorta di liquido amniotico dentro un claustrofobico, nero
sarcofago, un uomo giace a captare impulsi dalla mente di una donna in coma
trasferendo suoni, colori, immagini e ricordi da questo “serbatoio” umano in
stato vegetativo. Un esperimento scientifico tanto audace nelle premesse quanto
imprevedibile negli effetti è al centro del film di fantascienza più premiato
del 2012 ai festival europei di genere, un “caso” che ha trasformato a sorpresa
“Aurora/Vanishing Waves” della lituana Kristina Buozyte in un vero e proprio
cult, tanto da venir paragonato a “Solaris” di Tarkovskji.
Attesissimo, ambizioso e visionario,
Meliès d'Or a Sitges, quattro riconoscimenti al Fantastic Film, menzione al
Karlovy Vary, è stata la cartuccia sparata dal Trieste Film Festival per la sua
penultima serata di proiezioni prima della giornata conclusiva.
«Non volevamo realizzare un semplice
film di fantascienza – ha dichiarato la trentenne regista Buozyte – ma indagare
le relazioni umane nei loro aspetti più intangibili, descrivendo visivamente
concetti come la passione e il desiderio».
Sentimenti ed emozioni che
oggigiorno, grazie alla tecnologia, sono sempre meno legati a una vicinanza
concreta e permettono di instaurare rapporti anche a distanze remotissime. È
quello che avverrà, portato alle più estreme conseguenze, nella connessione
mentale stabilita tra il giovane scienziato Lukas (interpretato da Marius Jampolskis,
uno dei maggiori talenti lituani) e la ragazza in coma Aurora, scelta perchè
una mente attiva produrrebbe troppe informazioni: il “transfer” riuscirà, e
trasporterà l'uomo in un viaggio per sondare le enigmatiche profondità della
mente umana.
«Nei rapporti ci nascondiamo sempre,
non siamo sempre aperti» spiega la regista, che ha scritto il film insieme allo
sceneggiatore Bruno Samper. Il paesaggio mentale che si aprirà ai due protagonisti
sarà invece aperto, totale, a vivere la pienezza delle sensazioni più immediate
senza le restrizioni del mondo reale e a delineare il rapporto d'amore ideale,
quello in cui due menti si fondono completamente. Ne deriva uno sci-fi
drammatico, intriso d'erotismo e visivamente affascinante, che esplora la
complessità della psiche, la natura del desiderio e l'eterna battaglia tra la
mente e il corpo.
«Nessuno sa veramente - aggiunge
la cineasta - cosa accade nella mente di una persona quando si trova in stato
di coma, e la subcoscienza è ancora un' enigma». Nonostante siano stati consultati
medici e luminari scientifici, il film non ha pretese di credibilità
scientifica, anche se la regista ha visitato diversi ospedali con pazienti in
stato di coma per approfondire i diversi livelli di coscienza. Tra gli
interpreti del film, nelle sale Usa a breve, fa capolino anche un amico del
Trieste Film Festival, il cineasta lituano Sarunas Bartas.
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