mercoledì 23 gennaio 2013


Viaggio nel coma dalla Lituania un film già cult  di Federica Gregori TRIESTE – Avvenire, 23 gennaio 2013

Casco di elettrodi calcato sul capo, a mollo in una sorta di liquido amniotico dentro un claustrofobico, nero sarcofago, un uomo giace a captare impulsi dalla mente di una donna in coma trasferendo suoni, colori, immagini e ricordi da questo “serbatoio” umano in stato vegetativo. Un esperimento scientifico tanto audace nelle premesse quanto imprevedibile negli effetti è al centro del film di fantascienza più premiato del 2012 ai festival europei di genere, un “caso” che ha trasformato a sorpresa “Aurora/Vanishing Waves” della lituana Kristina Buozyte in un vero e proprio cult, tanto da venir paragonato a “Solaris” di Tarkovskji.
Attesissimo, ambizioso e visionario, Meliès d'Or a Sitges, quattro riconoscimenti al Fantastic Film, menzione al Karlovy Vary, è stata la cartuccia sparata dal Trieste Film Festival per la sua penultima serata di proiezioni prima della giornata conclusiva.
«Non volevamo realizzare un semplice film di fantascienza – ha dichiarato la trentenne regista Buozyte – ma indagare le relazioni umane nei loro aspetti più intangibili, descrivendo visivamente concetti come la passione e il desiderio».
Sentimenti ed emozioni che oggigiorno, grazie alla tecnologia, sono sempre meno legati a una vicinanza concreta e permettono di instaurare rapporti anche a distanze remotissime. È quello che avverrà, portato alle più estreme conseguenze, nella connessione mentale stabilita tra il giovane scienziato Lukas (interpretato da Marius Jampolskis, uno dei maggiori talenti lituani) e la ragazza in coma Aurora, scelta perchè una mente attiva produrrebbe troppe informazioni: il “transfer” riuscirà, e trasporterà l'uomo in un viaggio per sondare le enigmatiche profondità della mente umana.
«Nei rapporti ci nascondiamo sempre, non siamo sempre aperti» spiega la regista, che ha scritto il film insieme allo sceneggiatore Bruno Samper. Il paesaggio mentale che si aprirà ai due protagonisti sarà invece aperto, totale, a vivere la pienezza delle sensazioni più immediate senza le restrizioni del mondo reale e a delineare il rapporto d'amore ideale, quello in cui due menti si fondono completamente. Ne deriva uno sci-fi drammatico, intriso d'erotismo e visivamente affascinante, che esplora la complessità della psiche, la natura del desiderio e l'eterna battaglia tra la mente e il corpo.
«Nessuno sa veramente - aggiunge la cineasta - cosa accade nella mente di una persona quando si trova in stato di coma, e la subcoscienza è ancora un' enigma». Nonostante siano stati consultati medici e luminari scientifici, il film non ha pretese di credibilità scientifica, anche se la regista ha visitato diversi ospedali con pazienti in stato di coma per approfondire i diversi livelli di coscienza. Tra gli interpreti del film, nelle sale Usa a breve, fa capolino anche un amico del Trieste Film Festival, il cineasta lituano Sarunas Bartas. 

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